
E’ ormai accertato che i venti che soffiano forti verso una catastrofe mondiale saranno preceduti da un disastro finanziario. Per questo motivo, il più imponente fondo d’investimento americano Blackrock vuole tutelarsi. La cosiddetta “pietra nera” infiltrata nell’economia di tutto il mondo prende provvedimenti.
Un fondo consolidato che gestisce liquidità per per quasi 7 mila miliardi di investimenti (3 volte il debito pubblico e pil italiano) non vuole essere più spettatore passivo della rapida involuzione della società attuale.
Ha deciso che, per tutelare gli investimenti a lungo termine, deve dare il proprio contributo indirizzando i consigli di amministrazione dove risiede (oltre 2000 maggiori società quotate del mondo) ad intraprendere una svolta green.
Il CEO e fondatore del fondo d’investimento Larry Fink ha inviato a tutte le società in cui hanno partecipazioni aspetti molto importanti su le loro scelte per il futuro. Giustificando con esempi appropriati il rischio di una possibile disastro finanziario prima di quello mondiale.
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Lo scopo finale è sempre quello di tutelare i propri investitori ma per fare questo disinvestiranno in quelle società che traggono oltre il 25% di profitti da attività che utilizzano carbone fossile già nel 2020 e saranno contrari a piani poco inclini alla sostenibilità. Investiranno, invece, in società che potranno avere un più ampio respiro a lungo termine.
Blackrock è, secondo Worrent Buffet, “il mercato”. Questo a conferma che il “padrone” vero del mondo ha deciso che serve una svolta. Questa missiva di Blackrock ha messo in allarme tutte le società mondiali. Anche quelle non partecipate direttamente e questo fa ben sperare che la virata su investimenti sostenibili sia più veloce del collasso a cui andiamo incontro. E che noi di Teleambiente, da oltre 30 anni, lavoriamo per diffondere la consapevolezza necessaria per scegliere una via sostenibile.
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Certo non basteranno i soldi messi a disposizione dall’Unione Europea per salvare il pianeta, c’è bisogno che ogni investimento che verrà fatto in futuro sia verso la sostenibilità. Ad oggi le tecnologie ci sono e può essere quell’obiettivo comune che apre le porte ad un nuovo rinascimento. Possiamo sperare che sia una nuova occasione anche per l’Italia, quella di cavalcare l’onda per essere l’esempio da esportare nel mondo.
Il fondo d’investimento nasce nel 1988 e diventa un gigante della finanza grazie ad Aladdin, un sistema informatico molto curato e preciso che preleva informazioni e riesce a stimare l’affidabilità delle aziende e di conseguenza degli investimenti.
L’organizzazione ha partecipazioni come primo o secondo azionista in molte note aziende italiane come Tim, Unicredit, Popolare di Milano, Banca intesa, Atlantia (autostrade e aeroporti di Roma), Azimut, Biopharm, Prisman e Raiway.
Mentre all’estero e in società come Adidas, Allianz, Apple , Microsoft, Bayer, Nestlé, Toyota e molte altre.
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Pensiamo che nei prossimi anni la finanza provi a cambiare rotta ma l’approccio, nonostante avrà un impatto positivo, è ancora poco coraggioso. La società vuole tutelare gli investimenti mantenendo una società prettamente capitalistica con dei correttivi.
Purtroppo per avere un nuovo equilibrio dovrà cambiare proprio la finanza. Non basta procedere verso la sostenibilità, serve esportare il rispetto e non le speculazioni.