In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) Ue, arriva la riforma della Politica Agricola Comune; 2) imballaggi, nuove norme UE. Nel mirino anche l’ortofrutta; 3) Per il vino italiano 16 miliardi di fatturato; 4) Italia nella mappa globale della siccità a causa dell’agricoltura

In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress:

1) Ue, arriva la riforma della Politica Agricola Comune: Il Parlamento Europeo, nell’ultima sessione plenaria a Strasburgo della legislatura, ha approvato la riforma della Politica Agricola Comune. Gli eurodeputati hanno dato il via libera al progetto di legge con le modifiche tecniche proposte dal Comitato speciale agricoltura del Consiglio e approvate dalla commissione per l’agricoltura del Parlamento. Il regolamento deve ora essere approvato dal Consiglio Europeo. La revisione della PAC modifica le norme relative a tre condizionalità ambientali alle quali gli agricoltori devono attenersi per ricevere finanziamenti. Fornisce inoltre maggiore flessibilità ai Paesi membri per concedere esenzioni dalle norme in caso di problemi nell’applicarle e in caso di calamità naturali. Le piccole aziende agricole di dimensioni inferiori a 10 ettari saranno esentate dai controlli e dalle sanzioni in caso di inosservanza di alcune norme. Gli Stati membri inoltre avranno più margine di manovra nell’applicazione del rapporto tra prato permanente e superficie agricola al di sopra del 5% rispetto al 2018.

2) imballaggi, nuove norme UE. Nel mirino anche l’ortofrutta: Il Parlamento europeo ha dato il via libera a nuove misure sugli imballaggi per renderli più sostenibili e ridurre i rifiuti nell’UE. Le norme, frutto di un accordo provvisorio con il Consiglio, comprendono obiettivi di riduzione degli imballaggi (del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040) e impongono ai Paesi UE di ridurre in particolare i rifiuti di imballaggio in plastica. Inoltre, si prevede di limitare lo spazio vuoto negli imballaggi e di ridurre al minimo peso e volume. Il nuovo regolamento vieta determinati tipi di imballaggi di plastica monouso a partire dal 2030, come quelli utilizzati per frutta e verdura fresche, cibi e bevande consumati in bar e ristoranti, monoporzioni e borse di plastica ultraleggera. Vietato, inoltre, l’utilizzo di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) negli imballaggi alimentari al di sopra di determinate soglie, per proteggere la salute dei consumatori. Al fine di promuovere il riutilizzo e il riciclo, sono previsti obiettivi specifici da raggiungere entro il 2030 per imballaggi di bevande, imballaggi multipli e imballaggi per la vendita e per il trasporto. I distributori finali dovranno poi offrire ai consumatori la possibilità di utilizzare i propri contenitori e offrire il 10% dei prodotti in formato riutilizzabile entro il 2030.

3) Per il vino italiano 16 miliardi di fatturato: Il comparto del vino è strategico per l’economia nazionale: 16 miliardi di euro di fatturato e 8 miliardi di esportazioni, secondo i dati elaborati dall’Osservatorio Federvini in collaborazione con Nomisma e Tradelab. Un settore cardine che nel 2023 ha visto nell’Europa il suo mercato principale con un peso pari al 41% dell’export complessivo, seguita dal Nord America, Europa extra UE, Cina, Giappone e Sud Est asiatico.

4) Italia nella mappa globale della siccità a causa dell’agricoltura: In 21 aree del mondo la disponibilità di acqua sta diventando un problema e fra queste c’è l’Italia, dove la causa principale è l’irrigazione per l’uso agricolo. E’ il quadro che emerge dalla prima mappa globale della siccità, che raggruppa in sette zone i 21 punti caldi della crisi idrica, pubblicata sulla rivista Environmental Research Letters coordinata dall’Università olandese di Utrecht e condotta con il finanziamento della National Geographic Society. Secondo lo studio, oltre all’uso agricolo, domestico e municipale dell’acqua, tra le principali cause della siccità ci sono i cambiamenti idroclimatici e la crescita demografica. Ad accomunare le 21 aree è l’esistenza di un divario significativo tra la domanda di acqua da parte dell’uomo e la disponibilità di questa risorsa. L’Italia appartiene alla zona che comprende il maggior numero di punti caldi: ben 8 su 21, tutti accomunati dall’uso agricolo dell’acqua. Insieme al belpaese, fanno parte di questo gruppo la grande pianura alluvionale della Cina settentrionale, la valle che attraversa la zona centrale della California, gli altipiani degli Stati Uniti occidentali, la valle del Nilo bianco in Sudan e il delta del Nilo. Fra le altre sei zone, troviamo la penisola arabica che soffre di una bassa disponibilità di acqua naturale contro un elevato consumo di acqua pro capite; il  Cile centrale, la Spagna e il bacino australiano del Murray Darling dove il problema è il progressivo calo delle precipitazioni ed i bacini fluviali dell’indo e del Gange dove si fa sentire l’impatto della crescita della popolazione.