Lago di Bolsena, rimossi dai fondali oltre 17 quintali di rifiuti

L’operazione, coordinata tra gli altri anche da Marevivo, ha permesso di aumentare il valore storico e archeologico di una delle più preziose aree del Centro Italia. 

Oltre 17 quintali di rifiuti sono stati rimossi, lo scorso 21 aprile, dai fondali del Lago di Bolsena, in corrispondenza del sito archeologico sommerso del Gran Carro. Un’operazione coordinata dalla Soprintendenza archeologica di Viterbo, dalla divisione subacquea di Marevivo, dal Comune di Bolsena e dalla forze dell’ordine.

La pulizia è stata realizzata dai subacquei di Marevivo, ma anche dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, ed ha permesso di individuare e rimuovere vari tipi di rifiuti, compresi quelli pericolosi e speciali. Come bombole del gas, un estintore, pneumatici, uno scaldabagno, un lavandino da cucina, pentole, griglie elettrosaldate metalliche, vetro, teli e tubi in plastica, frammenti di imbarcazioni e metalli vari.

L’operazione, finanziata anche con i fondi del Pnrr, segue il Protocollo di intesa tra Marevivo e Soprintendenza archeologica che punta ad aprire al pubblico un percorso subacqueo per valorizzare gli ambienti storico-archeologici sommersi, che come dimostra il recupero di rifiuti sono fortamente a rischio di inquinamento ambientale. L’area interessata dalla pulizia, tra l’altro, è uno dei complessi meglio conservati della prima Età del Ferro nell’Italia centrale, in cui si riconosce un’area abitativa rappresentata da una palafitta e un’area di culto, denominata ‘Aiola’, costituita da un enorme ammasso di pietre di forma ellittica.

All’operazione era presente anche Paolo Dottarelli, sindaco di Bolsena, mentre Marevivo ha spiegato che anche le acque dolci vanno tutelate, a maggior ragione se ospitano reperti di grande valore storico e archeologico. Grazie alla rimozione dei vari rifiuti, il sito del Gran Carro diventerà una meta turistica ancora più apprezzata e sarà più facile svolgere l’enorme lavoro di ricerca, catalogazione e sistemazione dei reperti che un’area del genere può garantire.