
Secondo gli ultimi sondaggi le politiche antiambientaliste di Donald Trump potrebbero costare le prossime elezioni presidenziali ai repubblicani, a favore dell’attualmente favorito democratico Joe Biden.
Nonostante gli Stati Uniti sia affrontando una pandemia come il coronavirus, e arrivando alla resa dei conti di una questione razziale troppo spesso messa da parte, il tema ambientale potrebbe segnare un punto a favore dei democratici, nella corsa alla Casa Bianca.
Recenti sondaggi rivelano un’ampia sfiducia nella gestione da parte del presidente Trump delle questioni ambientali, suggerendo che Joe Biden, il candidato democratico, abbia un grande vantaggio su tali argomenti, a meno di cinque mesi dalle elezioni.
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Il divario tra Trump e Biden sull’ambiente è più grande delle loro differenze percepite dagli elettori rispetto alle relazioni razziali, all’economia e all’assistenza sanitaria, secondo recenti sondaggi. Tali questioni dovrebbero tuttavia essere temi centrali delle elezioni di novembre.
“Il presidente merita tutto il suo svantaggio sull’ambiente“, ha detto l’ex rappresentante Carlos Curbelo (R-Fla.). “In molti modi, la sfida dei cambiamenti climatici è simile alla sfida posta al mondo dal coronavirus. I cambiamenti climatici richiedono cooperazione internazionale, azioni audaci, una seria leadership seria e il presidente americano non si comporta bene in questi contesti.”
Trump era 20 punti percentuali dietro Biden sull’ambiente, con il 46% degli intervistati che affermava che l’ex vicepresidente avrebbe fatto un lavoro migliore e il 26% che invece preferiva Trump, secondo un sondaggio pubblicato la scorsa settimana da Research Co. , condotto proprio all’inizio delle proteste razziali dopo l’omicidio di George Floyd.
Ciò suggerisce che i candidati sian più distanti sull’ambiente che sulle relazioni razziali (differenza di 17 punti percentuali): il 44% dei probabili elettori preferiva la gestione delle questioni razziali da parte di Biden rispetto al 27% di Trump.
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Il sondaggio del gruppo Data for Progress ha invece sottolineato come Biden potrebbe rafforzare il suo sostegno tra i giovani elettori sviluppando una piattaforma climatica più aggressiva.
Gli attivisti lo hanno spinto a essere più aggressivo nella lotta alle emissioni di gas a effetto serra da combustibili fossili e nel rafforzare le sue politiche per aiutare le comunità di colore alle prese con l’aumento delle temperature.
“Se siamo in grado di trasformare le elezioni del 2020 in un referendum sul presidente Trump e la posizione molto arretrata del Partito repubblicano sui cambiamenti climatici … Mi piacciono molto i termini di quel dibattito”, ha affermato Julian Brave NoiseCat, vicepresidente di politica e strategia per il progressivo think tank Data for Progress.
Le divisioni di vedute tra Biden e Trump vanno via vai aumentando, sia nelle diverse idee sulla gestione della crisi coronavirus (più cauto Biden, mentre Trump spinge per riaprire l’economia), sia sulla rivolta razziale di questi giorni, spingendo l’elettorato a schierarsi più apertamente per uno o l’altro candidato. Ciò però potrebbe mettere in secondo piano il tema ambientale, a favore del Presidente attualmente eletto, visto che proprio l’ambiente viene considerato il suo vero punto debole.
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Ci sono ancora elettori più giovani che possono essere persuasi a votare in autunno, poiché nessuno dei due candidati ha conquistato la fascia di età inferiore ai 45 anni, hanno detto gli osservatori. E mentre i progressisti possono essere motivati a votare per Biden se rafforza la sua piattaforma climatica, potrebbe anche raccogliere alcuni repubblicani, in particolare in stati chiave come la Florida, dove le questioni ambientali sono bipartisan, ha detto Curbelo, che è stato tra i parlamentari repubblicani più vocali su problemi climatici.
“La questione potrebbe fare la differenza tra repubblicani moderati, repubblicani più giovani che sentono fortemente la necessità che il governo affronti in modo significativo i cambiamenti climatici“, ha affermato. “Quindi non è solo questo il problema principale, potrebbe essere il problema decisivo in alcuni stati.“