Vampire facial

Vampire Facial, tre donne contraggono l’HIV negli Usa

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Per la prima volta negli Stati Uniti il contagio dell’HIV è stato collegato a un procedimento estetico.

È una delle mode del momento il “vampire facial” o pappa piastrinica in italiano, un trattamento di bellezza che consiste nell’estrarre il sangue dal paziente, separare il plasma con una sorta di centrifuga per iniettarlo nuovamente nel viso della persona sottoposta al trattamento.

Il procedimento, che costa tra i mille e i duemila dollari, promette di stimolare la produzione di collagene riducendo così i segni delle rughe e dell’acne. Il nome della procedura è dovuto all’aspetto insanguinato delle pazienti che spesso postano on line foto post trattamento. Celebre quella postata da Kim Kardashian. Qualcosa è però andato storto ad Albuquerque, nello stato del New Mexico, quando una donna ha scoperto di avere contratto l’HIV senza però riuscire a capire quando fosse avvenuto il contagio.

Nel 2018 la donna si era sottoposta al vampire facial in un salone di bellezza. Dopo un controllo delle autorità si è scoperto che il salone era sprovvisto di licenza e che vi erano delle falle nelle procedure di sterilizzazione delle siringhe. Alcune fiale contenenti sangue sarebbero anche state utilizzate più volte.

Al termine delle indagini cinque persone sono risultate positive al virus, di queste almeno tre avrebbero contratto l’infezione durante la procedura estetica effettuata nel salone.

Le autorità statunitensi considerano la procedura sicura soltanto se effettuata correttamente, utilizzando strumenti sterili e avendo cura che il sangue prelevato non entri in contatto con altre sostanze.

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