
Il 26 agosto alcuni diportisti hanno segnalato alla Guardia Costiera di Pantelleria la presenza di una tartaruga in difficoltà poiché incastrata nei resti di un attrezzo da pesca, composto da diverse bottiglie di plastica, alcune lenze e cime.
Il video postato sulla pagina Facebook della Guardia Costiera mostra le gravi condizioni in cui versava la tartaruga marina si trovava: poteva essere un’altra vittima della plastica in mare.
Tartaruga trovata morta: ancora un’altra vittima della plastica VIDEO
Sul posto è giunta la motovedetta CP301: l’animale non riusciva a nuotare, né ad immergersi a causa delle bottiglie di plastica vuote che la costringevano a galla.
Tartaruga ritrovata senza testa e arti: apparteneva alla specie caretta caretta
La tartaruga è stata portata verso l’unità per aver modo di liberarla dallo spesso groviglio di cime e lenze che tenevano legata la sua pinna anteriore destra ai contenitori di plastica. La complessa operazione ha permesso di liberare l’animale ormai allo stremo delle forze, ridandole la libertà.
Sono decine di migliaia le tartarughe marine che ogni anno entrano accidentalmente in contatto con attrezzi da pesca nelle acque italiane: molte non sopravvivono.
C’è poi la minaccia della plastica: uno studio dell’Università di Siena, eseguito su oltre 560 esemplari di tartaruga Caretta caretta, ha rilevato che l’80% degli animali esaminati ha ingerito rifiuti di questo materiale.
Tartaruga Caretta caretta ritrovata morta, la bocca strabordante di plastica
Secondo TartaLife le zone più a rischio per le tartarughe sono l’Adriatico, che rappresenta una fondamentale area di alimentazione, lo Ionio, lo stretto di Sicilia e il basso Tirreno. Cercano spiagge adatte alla nidificazione, ma nel loro percorso rimangono intrappolate in grovigli di rifiuti o altri oggetti estranei al loro ecosistema.