Home Attualità Inquinamento Flussi illegali di pneumatici, fino a 40mila tonnellate l’anno sul mercato italiano

Flussi illegali di pneumatici, fino a 40mila tonnellate l’anno sul mercato italiano

Pneumatici. Ogni anno vengono immessi illegalmente nel mercato nazionale tra le 30 e le 40 mila tonnellate di pneumatici, a cui si lega un mancato versamento del contributo ambientale per la loro raccolta e riciclo pare a un totale di circa 12 milioni di euro;

un’evasione dell’IVA stimabile in circa 80 milioni di euro ed un’esposizione al rischio di abbandono nell’ambiente di pneumatici fuori uso derivanti da attività illegali, che non esistono e sono dunque fuori dalle regole del sistema nazionale di gestione dei PFU.

Sono i numeri del Rapporto “I Flussi illegali di pneumatici e PFU in Italia”, illustrato oggi a Roma alla presenza del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

Si tratta del documento conclusivo che illustra l’attività svolta dall’Osservatorio e dalla piattaforma CambioPulito nel contrastare le pratiche illegali del settore degli pneumatici e PFU.

Il progetto è promosso da Legambiente insieme ai consorzi per la gestione degli Pneumatici Fuori Uso (PFU) Ecopneus, EcoTyre e Greentire – che gestiscono circa l’85% del totale nazionale – e le associazioni di categoria Confartigianato, CNA, Airp, Federpneuse Assogomma.

Un lavoro di oltre due anni e mezzo, che ha permesso di definire un quadro chiaro delle aree di criticità che espongono a illegalità e irregolarità un sistema, quello della raccolta e recupero dei PFU, che rappresenta per l’Italia un caso di eccellenza nella gestione dei rifiuti e nel percorso del Paese verso l’economia circolare e che ogni anno assicura su tutto il territorio nazionale il recupero di oltre 380.000 tonnellate di PFU raccolte presso gommisti, autofficine e stazioni di servizio.

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Nonostante il Ministero dell’Ambiente dal gennaio 2019 abbia imposto ai consorzi che curano raccolta e recupero dei PFU un innalzamento del target di gestione pari ad un +5%,i flussi illegali continuano a condizionare fortemente il funzionamento del sistema e a penalizzare l’attività degli operatori onesti.

I PFU generati illegalmente infatti, finiscono per confondersi nella massa complessiva di PFU da raccogliere, facendo saltare gli obiettivi fissati ogni anno e causando due impatti negativi: l’accumulo di PFU nei piazzali degli operatori e il rischio di abbandoni illegali nell’ambiente.

Dal giugno 2017 al 15 dicembre 2019, il lavoro dell’Osservatorio, anche attraverso CambioPulito (www.cambiopulito.it), la piattaforma di whistleblowing riservata agli operatori del settore e gestita da Legambiente, ha permesso di tracciare un quadro chiaro della situazione: 361le denunce di illeciti registrate, che hanno riguardato 301 società.

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Le segnalazioni raccolte – processate da Legambiente attraverso i propri avvocati dei Centri di Azione Giuridica (Ceag) – sono risultate nella quasi totalità dei casi precise e circostanziate, corredate da documentazione a supporto, tanto da concretizzarsi in 8 esposti inoltrati alle Forze dell’Ordine:

  • ai Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente, con la segnalazione di 136 aziende (126 italiane e 10 straniere), con il 35% degli operatori successivamente sottoposti a controllo che è stato oggetto di sanzioni;
  • all’Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza, con la segnalazione di 14 siti internet (5 italiani, 9 esteri);
  • al Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Napoli, con la segnalazione di 24 casi nella sola Campania.

Tutti gli esposti si sono concentrati su presunte commercializzazioni illegali online (spesso con l’estero, verso cui l’azione di contrasto e repressione appare ancora complessa e spesso dalle “armi spuntate”) e smaltimento illecito, sull’omesso versamento contributo IVA e contributo ambientale, esercizio abusivo della professione e concorrenza sleale.

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Circa l’80% delle segnalazioni ha riguardato presunte violazioni delle regole di commercio, della libera concorrenza e del mercato del lavoro e grazie ad esse è stato possibile mettere a fuoco anche la dinamica della recrudescenza di furti di pneumatici nuovi per l’immissione di pneumatici nel mercato nero (soprattutto online).

La parte di filiera che gestisce i PFU, pneumatici a fine vita, vede invece l’illegalità sostanziarsi in: mercato di PFU spacciati per gomme usate,furti di PFU per attività di riciclo illegale, truffa sui sistemi di pesatura dei PFU.

In merito alla distribuzione geografica, tra le regioni più interessate dalle segnalazioni risultano la Campania, che ha raccolto in assoluto il maggior numero di segnalazioni (77), seguita da Lombardia (51), Puglia (25), Abruzzo (22), Emilia Romagna (21), Sicilia (18), Calabria (17), Liguria (15) e Lazio (14).

Secondo il Rapporto, è quindi necessario agire concretamente per far sì che tutti i quantitativi di PFU siano ricondotti alla legalità e al sistema nazionale di gestione dei PFU, garantendo il recupero di tutti i PFU generati e soprattutto tutelare gli operatori corretti.

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Da qui le proposte che la filiera ha presentato oggi al Ministro Costa e finalizzate proprio ad una più efficace azione di contrasto dei fenomeni illegali, agendo su alcuni ambiti principali:

  • trasparenza del sistema di raccolta e avvio al riciclo di PFU;
  • tracciabilità dei flussi di generazione dei PFU;
  • rafforzamento del sistema di controlli;
  • promozione delle filiere di recupero di materia della gomma riciclata da PFU.

Tra le azioni auspicate:

  • l’istituzione del Registro dei produttori e degli importatori di pneumatici e aggiornamento almeno semestrale della Banca Informativa Pneumatici BIP, già esistente presso il Ministero dell’Ambiente;
  • istituzione presso il Ministero di un Ufficio di controllo dei soggetti autorizzati alla raccolta di PFU (consorzi e individuali);
  • la costituzione di una vera e propria task force tra forze dell’ordine e Agenzia delle Dogane, per contrastare i fenomeni di vendita in nero di pneumatici, i traffici e gli smaltimenti illegali di PFU;
  • istituzione di un Tavolo permanente di Consultazione presso il Ministero con i sistemi collettivi di gestione dei PFU e le associazioni di rappresentanza delle imprese di filiera.

“Il riciclo dei rifiuti è un passo importante per il futuro del nostro Paese – ha scritto sulla sua pagina facebook il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costaoggi ho incontrato gli stakeholder che si occupano del riciclo degli pneumatici. Una buona notizia: siamo al passaggio finale per il decreto end of waste sul polverino da pneumatici! È un decreto molto atteso e che crea finalmente la filiera del dopo vita degli pneumatici. Ricordo che dagli pneumatici ci si possono fare strade, campi di calcio, panchine… e tante altre cose. Inoltre togliamo benzina alla filiera criminale. Quello che ho chiesto a tutti – ha concluso – è collaborazione affinchè dal meccanico che ci cambia le ruote fino all’azienda del riciclo tutto funzioni con trasparenza e velocità senza inceppare e senza creare difficoltà a nessuno”.

 

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