
Ilva. Entro il 2021 saranno completati tutti i principali interventi previsti dal Piano ambientale ILVA del 2017. Lo conferma Enrico Laghi, commissario straordinario del gruppo ILVA, in audizione alla commissione Ambiente della Camera. Continuano le proteste: “Produrremo nuovi documenti che confermano l’aumento preoccupante della diossina”, Angelo Bonelli, coordinatore esecutivo Verdi .
E’ di nuovo alta tensione a Taranto per il caso Ilva, oggi di proprietà di Arcelor Mittal. L’ennesimo provvedimento d’urgenza è stato preso dal primo cittadino di Taranto, Rinaldo Melucci, ovvero quello di chiudere cinque scuole del quartiere Tamburi, prossimo allo stabilimento siderurgico. La decisione è scaturita in seguito all’allarme lanciato dall’associazione ambientalista Pacelink, che recentemente ha rilevato un aumento degli inquinanti cancerogeni di provenienza siderurgica nell’area interessata. Ma l’ARPA Puglia ha contestato questi numeri definendoli “impropri”. Arcelor Mittal afferma che le rilevazioni sono state effettuate con i “più alti standard” e che l’azienda è “pienamente conforme” a quanto prescritto dall’Autorizzazione integrata ambientale (AIA).
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“Entro il 2021 saranno completati tutti i principali interventi previsti dal Piano ambientale ILVA del 2017 con maggiore valenza segnaletica, tra cui i parchi minerari”, conferma Enrico Laghi, commissario straordinario del gruppo ILVA, in audizione alla commissione Ambiente della Camera con i colleghi Pietro Gnudi e Corrado Carrubba sul piano ambientale dello stabilimento di Taranto. Come stabilito, ricorda Laghi, “la produzione di acciaio resterà limitata a 6 milioni di tonnellate l’anno (dagli oltre 8 mln ton/anno toccati in precedenza, ndr) fino a che non saranno completati tutti gli interventi de Piano ambientale, che sarà comunque sottoposto a verifica da Ispra e dagli organi competenti”. Ad oggi, dice il commissario, “non risultano ritardi in nessun cronoprogramma” del piano, anzi, sono state “anticipate le scadenze del Piano 2017 per molte aree, come la copertura del parco minerario che era prevista per dicembre 2019, del parco fossile prevista per il maggio 2020, del parco loppa prevista entro settembre 2019, dei parchi agglomerato prevista per ottobre 2021, sulla gestione delle acque piovane prevista per il 2022”.
“Il Piano ambientale avrà attuazione entro il 2021 per tutti gli impianti in esercizio e entro il 2022 e il 2023 per gli impianti fermi e per definizione senza impatto ambientale per larghissima parte”, precisa Laghi. Il piano prevede “circa 2 miliardi di investimenti ambientali di cui 600 milioni sono stati gia’ spesi nel corso della gestione commissariale- spiega Laghi- e riguardano la distribuzione per gli impianti dell’area a caldo di circa 600 milioni, investimenti che consentiranno di ottenere miglioramenti significativi per quel che riguarda le emissioni”. Dei fondi stanziato “500 milioni circa serviranno per la copertura dei parchi e la chiusura dei nastri trasportatori, oltre che per la chiusura dei fabbricati, terminata a dicembre 2018, interventi che hanno per oggetto la riduzione dell’emissione di polveri, uno dei fenomeni che piu’ hanno giustamente causato disagio”. Ancora, “300 milioni vanno al trattamento di acque, rifiuti e discariche”, continua, oltre a “ulteriori 400 milioni per interventi ambientali e ulteriori 200 milioni per l’interno del sito industriale dell’ILVA di Taranto”.
Ieri a Bruxelles per il Consiglio Ambiente, il ministro Sergio Costa il titolare del dicastero ha comunque ammesso che il territorio è “in sofferenza” ed ha confermato per oggi la riunione del “comitato tecnico” presieduto dal prefetto di Taranto, dottor Cafagna, cui parteciperanno Ispra, Arpa Puglia e la struttura sanitaria. Sarà l’occasione – ha detto – per mettere a confronto tutti gli attori e capire perché ci sono analisi discordanti.
“Questo incontro non è l’unico e non sarà l’ultimo ma è importante perché si faccia non solo ordine nei dati ma si possano mettere in linea questi dati e dare una risposta ai cittadini che giustamente sollevano un grido d’allarme”. Così il ministro dell’Ambiente Sergio Costa a proposito della riunione in programma oggi su Ilva, a margine dell’incontro con la Commissione Ambiente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. ”Io mi affido molto al ruolo di coordinamento del prefetto e al fatto che ci siano a quel tavolo Ispra, Arpa Puglia, azienda sanitaria, il comune di Taranto e i commissari”, aggiunge Costa.
“Di fronte all’aumento della diossina pari al 916%, dato che confermiamo, la reazione del ministro dell’Ambiente e’ stata quella di non fare allarmismo. Noi produrremo nuovi documenti che confermano l’aumento preoccupante della diossina. E Renderemo note nostre iniziative”. Così una nota dei Verdi, che annuncia per domani giovedì, alle ore 11, una conferenza stampa a Taranto con Angelo Bonelli, coordinatore esecutivo Verdi, Vincenzo Fornaro, consigliere comunale; Alessandro Marescotti, Peacelink e Luciano Manna di VeraLeaks.