In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) In arrivo la tassa europea alle frontiere sulla CO2; 2) Tutela delle Aree marine protette e Pesca artigianale, vertice a Malta; 3) Acea, la sfida è incrementare il riutilizzo dell’acqua; 4) Addio a 73 generi animali

 

In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress:

1) In arrivo la tassa europea alle frontiere sulla CO2: Si avvicina la partenza della nuova tassa europea alle frontiere sulla CO2, il Carbon border adjustment mechanism. Dal 1° ottobre 2023 scatterà un periodo di transizione, in vigore fino al 31 dicembre 2025, che prevede l’obbligo per i produttori di comunicare la quantità di anidride carbonica “incorporata” nei beni importati nell’Unione europea. Al termine del periodo transitorio, il nuovo meccanismo diventerà operativo, con l’applicazione di un sovrapprezzo alla frontiera per le emissioni di CO2 generate durante la produzione di beni poi importati in Europa, in maniera progressiva tra il 2026 e il 2034. Il regolamento rappresenta un elemento essenziale del Green Deal europeo e del pacchetto “Fit for 55” che mirano a ridurre, entro il 2030, le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990 e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. L’obiettivo è quello di incentivare le aziende extra Ue ad adottare gli stessi standard di produzione, rispettosi dell’ambiente, delle aziende europee ed evitare la delocalizzazione dei prodotti ad alto impatto di carbonio. Tra i settori coinvolti: le industrie del ferro, dell’acciaio, del cemento, dei fertilizzanti e dell’alluminio, ma anche le aziende che operano nella produzione di energia elettrica, di idrogeno puro o di miscele di idrogeno e azoto utilizzabili nella produzione di ammoniaca.

2) Tutela delle Aree marine protette e Pesca artigianale, vertice a Malta: Iniziative di sensibilizzazione ambientale sui temi della pesca artigianale, della sostenibilità e della tutela delle aree protette sono state al centro dell’Egadi Blu Fest, il Festival diffuso organizzato dal Comune di Favignana – Ente gestore dall’Area Marina Protetta “Isole Egadi” nell’ambito del progetto “AMPPA – Aree Marine Protette e Pesca Artigianale“. Dopo i laboratori per bambini e i punti informativi nelle isole di Levanzo, Marettimo e Favignana, l’evento è entrato nel vivo con una due giorni dedicata alla storia, la musica, il cibo e le tradizioni locali.

3) Acea, la sfida è incrementare il riutilizzo dell’acqua: Il ruolo dell’agricoltura nello sviluppo economico e sociale del Paese, il riutilizzo dell’acqua, il valore delle casse previdenziali, ma anche cambiamenti climatici e dissesto idrogeologico. Sono alcuni dei temi affrontati a Roma al Forum Enpaia 2023 “Economia e Società. Scenari e prospettive”, che ha visto la presenza, tra gli altri, dell’amministratore delegato di Acea, Fabrizio Palermo.

4) Addio a 73 generi animali: L’impatto dell’uomo sulla terra ha dato il via ad una vera e propria estinzione di massa. Il piccione migratore, la tigre della Tasmania, il Baiji, o delfino del fiume Yangtze, sono solo alcune delle vittime della nostra presenza sul pianeta, che ha causato la perdita non solo di specie isolate ma anche di gruppi che racchiudono diverse specie, i cosiddetti generi. Dal 1500 ad oggi – secondo quanto emerge dallo studio pubblicato dall’Università nazionale autonoma del Messico e dall’Università di Stanford negli Stati Uniti – sono scomparsi dalla faccia della terra ben 73 generi di animali vertebrati. I numeri sono allarmanti. Il tasso di estinzione dei generi dei vertebrati risulta 35 volte più alto rispetto alla media del milione di anni precedente. In altre parole, se non fosse esistita la specie umana, i generi persi sarebbero stati soltanto due. A risentire di più delle attività dell’uomo degli ultimi cinque secoli sono stati gli uccelli, con la scomparsa di 44 generi, seguiti in ordine da mammiferi, anfibi e rettili. Quello che gli autori hanno definito come uno ‘sterminio biologico’ – dal momento che senza gli umani si sarebbe verificato in 18 mila anni – è un problema che ci riguarda da vicino. L’estinzione di massa dei generi, potrebbe causare molti problemi, sia peggiorando il cambiamento climatico sia favorendo la diffusione di malattie infettive. Quanto già commesso è irreversibile, ma si può evitare una disastrosa cascata di eventi, sottolineano gli esperti: prendendo immediatamente azioni politiche, economiche e sociali senza precedenti. In particolare, raccomandano maggiori sforzi di conservazione soprattutto nelle zone tropicali.