
Passiamo molto più tempo al chiuso che all’aperto e dedichiamo grande attenzione all’inquinamento atmosferico ma meno al tema dell’inquinamento domestico i cui rischi non sono minori.
L’inquinamento indoor è definito dal Ministero della Salute come “la modifica della normale composizione o stato fisico dell’aria atmosferica interna, dovuta alla presenza nella stessa di una o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da alterare le normali condizioni ambientali e di salubrità dell’aria stessa, tali da costituire un pericolo ovvero un pregiudizio diretto o indiretto per la salute dell’uomo”.
Si fa riferimento alla qualità dell’aria presente negli uffici, piuttosto che in casa o negli spazi chiusi in cui passiamo il nostro tempo, luoghi confinati in cui è prevista un periodo di permanenza lungo. Questo inquinamento domestico può provocare malattie a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare, favorire asma, allergie e malessere, una combinazione di sintomi spesso chiamata “sindrome da edificio malato” (Sick Building Syndrome).
Ricordando che il tempo di permanenza medio in un ambiente confinato raggiunge l’80-90% del tempo giornaliero disponibile, ben si comprende come questo costituisca un aspetto chiave nella valutazione degli effetti dell’inquinamento indoor.
Inquinamento, Bergamo e Brescia prime in Europa per tasso di mortalità
Inquinamento domestico e soggetti a rischio
I soggetti più a rischio a causa di questo inquinamento sono bambini, donne in gravidanza, persone anziane, persone sofferenti di asma e malattie respiratorie e cardiovascolari.
I problemi creati sono asma e disturbi respiratori nell’infanzia, irritazioni, fenomeni di sensibilizzazione allergica, infezioni respiratorie, broncopneumopatie, fino a spingersi a rischiose patologie cardiovascolari e al tumore del polmone. È un problema sanitario serio che ha spinto le autorità internazionali a riconoscere la qualità dell’aria interna ai nostri edifici come obiettivo di una strategia integrata riguardante l’inquinamento atmosferico nel suo complesso. Un dato su tutti fa intuire la rilevanza del tema: nel 2000 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in un apposito documento intitolato The Right to Healthy Indoor Air, ha riconosciuto una salutare aria indoor come un diritto umano fondamentale.
Inquinamento e lockdown, gli effetti sull’ambiente non sono quelli che immaginavamo
Inquinamento domestico, i dati allarmanti di una ricerca
Stando a una recente ricerca condotta dalla Velux, sono emersi dati allarmanti:
- 80 milioni di cittadini europei vivono in case dove l’aria è insalubre con elevati livelli di inquinamento domestico
- Un terzo dei cittadini europei è affetto da asma e allergie riconducibili potenzialmente all’inquinamento indoor
- Solo il 28% dei cittadini europei esegue più volte i cambi d’aria durante una giornata (la stima ha preso come riferimento il periodo invernale, dove il 72% dei cittadini esegue solo un cambio d’aria al mattino)
Alla ricerca della Velux si aggiungono altri dati raccolti da enti e università:
- Stando a una ricerca dell’OMS (organizzazione mondiale della sanità), le persone trascorrono il 90% del loro tempo in ambienti chiusi.
- EPA ci riferisce che l’aria interna può essere fino a cinque volte più inquinata di quella esterna.
- Una ricerca dell’IBP Fraunhofer riferisce che vivere in case umide e ricche di muffa (quindi con una bassa qualità dell’aria) aumenta il rischio d’asma del 40%.
- Una ricerca condotta dall’IStituto danese di ricerca sulle costruzioni, in partnership con l’Università di Copenaghen, ha evidenziato che in casa, la stanza più inquinata è la cameretta dei bambini.
Le cause possono essere molteplici e andrebbero analizzate abitazione per abitazione e sono strettamente connesse alle attività umane quindi alle abitudini di chi vive la casa.
Cause legate all’inquinamento indoor
Le categorie di sostanze nocive che possono peggiorare la qualità dell’aria in casa possono dividersi in:
- inquinanti chimici;
- inquinanti biologici;
- inquinanti fisici;
- Umidità;
- Radon (gas radioattivo di origine naturale).
La concentrazione degli inquinanti indoor può variare nel tempo e dipende dalla natura della sorgente, dalla ventilazione, dalle abitudini e dalle attività svolte dagli occupanti negli ambienti interessati, come mostra una ricerca svolta dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale(ISPRA).

Tra le fonti di inquinanti più comuni troviamo:
- il fumo di tabacco;
- i processi di combustione;
- i prodotti per la pulizia e la manutenzione della casa;
- gli antiparassitari;
- l’uso di colle, adesivi, solventi;
- l’utilizzo di strumenti di lavoro quali stampanti, plotter e fotocopiatrici e prodotti per l’hobbistica (es. colle e vernici);
- materiali utilizzati per la costruzione (es. isolamenti contenenti amianto);
- l’arredamento (es. mobili fabbricati con legno truciolato, con compensato o con pannelli di fibre di legno di media densità, oppure trattati con antiparassitari);
- moquette e rivestimenti;
- il malfunzionamento del sistema di ventilazione o una errata collocazione delle prese d’aria in prossimità di aree ad elevato inquinamento (es. vie ad alto traffico, parcheggio sotterraneo, autofficina, ecc.)
- I sistemi di condizionamento dell’aria possono diventare terreno di coltura per muffe e altri contaminanti biologici e diffondere tali agenti in tutto l’edificio.
Covid-19, l’inquinamento alleato del virus
Come migliorare la qualità dell’aria per evitare l’inquinamento indoor?
Ci sono alcune soluzioni per migliorare la qualità dell’aria degli ambienti interni, ridurre l’inquinamento domestico e tutelare i soggetti più a rischio:
- Se l’aria esterna dovesse essere più pulita potremmo aprire le finestre, se l’aria esterna dovesse essere più inquinata o troppo calda o fredda potremmo utilizzare un purificatore d’aria da interni. Studi scientifici mostrano che questi due approcci sono in grado ridurre la quantità di sostanze nocive. L’approccio più efficace resta quello combinato, cioè arieggiare gli ambienti (per evitare l’accumulo di sostanze inquinanti e per ricambiare l’ossigeno con l’anidride carbonica) e filtrare l’aria interna per eliminare gli inquinanti residui;
- E’ fondamentale scegliere attentamente i materiali con cui costruire o ristrutturare un edificio. Inoltre, la presenza del verde in uno spazio confinato offre sicuramente un aiuto naturale per la purificazione dell’aria;
- Esistono anche delle vernici che combattono l’inquinamento domestico, le così dette vernici fotocatalitiche, che grazie ad un innovativo processo di ossidazione, che si attiva con l’esposizione alla luce solare, permette di decomporre gli agenti inquinanti presenti nell’atmosfera.