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Clima, tassare il cherosene per gli aerei per ridurre dell’8% le emissioni dell’aviazione

Clima. Basta tassare con 33 centesimi al litro il cherosene per gli aerei per ridurre in Italia le emissioni dell’aviazione dell’8% (circa 1 milione di tonnellate di CO2) e il numero dei voli della stessa proporzione, senza impatto netto per l’occupazione e l’economia nel suo insieme, con entrate per lo Stato da 3,2 miliardi ogni anno.

Ad affermarlo è la Ong Transport&Environment, sulla base di uno studio realizzato da esperti esterni per la Commissione europea e non ancora reso pubblico.

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Dallo studio emerge che, con oltre 20 euro di tasse in media per passeggero, il nostro paese è il secondo in Europa per tariffe sugli aerei, superato solo dal Regno Unito, a poco più di 40 euro.

Il modello utilizzato nello studio si è basato sul presupposto che introducendo una tassa del cherosene, un paese abbassi la pressione fiscale su altre categorie o utilizzi le nuove entrate aumentando la spesa pubblica.

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Ad inizio maggio, la Commissione europea ha ritenuto ammissibile la proposta, che è stata registrata il 10 maggio, dei cittadini europei per chiedere la tassazione del carburante per l’aviazione.

C’è ora un anno di tempo per raccogliere un milione di firme di sostegno in almeno sette Stati membri.

Se l’obiettivo del milione di firme sarà raggiunto, la Commissione Ue sarà obbligata ad esaminare la questione e rispondere/motivare le sue decisioni entro tre mesi.

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In cosa consiste l’iniziativa:

L’iniziativa invita la Commissione a “proporre agli Stati membri l’introduzione di una tassa sul carburante per aerei (cherosene)” dal momento che “il settore dell’aviazione gode di vantaggi fiscali pur essendo una delle fonti di emissioni di gas a effetto serra che registrano la crescita più rapida”.

Inoltre, è stata anche approvata l’iniziativa per “una soluzione rapida, equa ed efficace ai cambiamenti climatici”, il cui obiettivo è aumentare progressivamente il prezzo dei combustibili fossili per poi distribuire i proventi tra i cittadini, in modo da favorire l’impiego delle energie rinnovabili e contribuire all’azzeramento delle emissioni inquinanti.

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Due iniziative che hanno riacceso il dibattito su una qualche forma di tassazione sui carburanti più “sporchi” come: carbon tax, carbon pricing o carbon tariff (un prezzo della CO2 da applicare ai settori maggiormente responsabili dell’inquinamento atmosferico, cercando così di velocizzare la de-carbonizzazione del mix energetico).