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Russia, cucciolo di leone torturato per scattare selfie con turisti: è vivo per miracolo VIDEO

Le zampe posteriori di un cucciolo di leone sono state rotte in modo che non potesse scappare e posare per le foto dei turisti. La crudele crudele vissuta dal piccolo Simba è successa in Russia. 

Il cucciolo è stato strappato dalla mamma quando aveva solo poche settimane e costretto a posare per le foto con i turisti. Dopo essere stato sfruttato per tutta l’estate scorsa, i torturatori di Simba gli hanno rotto le gambe per impedirgli di scappare via via che cresceva.

La salute di Simba è peggiorata rapidamente deteriorata, subendo gravi lesioni alla colonna vertebrale e rischiando di morire.  L’animale è stato trovato dai soccorritori affamato e impossibilitato a muoversi, legato in un fienile sporco e freddo nella regione russa del Daghestan.

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Vladimir Putin, scioccato dall’episodio, ha ordinato personalmente un’indagine criminale per far luce sulla crudeltà vissuta da Simba. Un video mostra l’animale indifeso prima di un intervento chirurgico salvavita e successivamente mentre lentamente e dolorosamente impara di nuovo a camminare.

Non era praticamente nutrito e per qualche motivo nell’acqua gelata veniva costantemente versata su di lui – ha detto Yulia Ageeva, alla guida della missione di salvataggio del cucciolo. – Questo è stato un vero inferno.”
Simba ha anche sofferto di piaghe da decubito, ostruzioni intestinali e perdita di muscoli agli arti posteriori.

I fotografi malvagi rompono le ossa in questo in modo che i predatori selvaggi non possano fuggire e si restino calmi per le foto con i turisti. – spiega il veterinario specializzato Karen Dallakyan – La guarigione del cucciolo è stata un miracolo“.

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Il leader del Cremlino ha promesso un’indagine per condannare il torturatore degli animali e qualsiasi altra persona lo abbia aiutato. Il fotografo senza nome che ha lavorato con Simba la scorsa estate a Sochi ha negato di aver torturato l’animale e ha detto di aver dato il cucciolo a nuovi proprietari.

Utilizzare questi predatori per interagire con gli esseri umani è la cosa più sbagliata. Si tratta di un’interazione innaturale che mette a rischio sono solo la fauna ma l’intero ecosistema. Gli animali selvaggi devono restare tali, non devono essere utilizzati per selfie o peggio ancora come animali da compagnia.

Un documentario su Netflix “Tiger King” ha mostrato le immagini di ciò che accade in diverse strutture negli Stati Uniti: un vero e proprio sistema di abusi e maltrattamenti sugli animali fondato soltanto sul profitto economico.

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“I cuccioli vengono strappati subito dalle loro madri e tutto ciò diventa una vera e propria macchina da soldi. Una volta che questi animali crescono, nonostante siano stati allevati, devono poi “sparire” perché pericolosi. – ci ha spiegato Martina Pluda, direttrice HSI ItaliaMolto spesso infatti vengono uccisi o venduti entrando nel traffico di specie protette o rimangono in queste strutture rinchiusi a vita. Ci sono più tigri in cattività che in natura.  Ciò che per i visitatori è un divertimento di una paio di ore rappresenta invece una vita di sofferenza per questi animali”.