
Si chiamano LEB e sembrano una via di mezzo tra una boa, uno spaventapasseri e un robot. In realtà, sono uno strumento in grado di salvare gli uccelli marini dalle reti da pesca.
Si chiamano LEB (Looming eyes-buoy) e a prima vista sembrano un ibrido tra una boa ed uno spaventapasseri. In realtà, sono frutto di un progetto che ha unito l’utilità di entrambi gli strumenti per evitare che gli uccelli acquatici finiscano impigliati nelle reti da pesca. A svilupparli gli ingegneri dell’azienda Fishtek Marine, che poi li hanno testati in Estonia, grazie alla collaborazione con la Società ornitologica estone e l’associazione BirdLife International.
Floating googly eyes on a stick scare seabirds away from fishing nets https://t.co/HDJQ6Nfr8z pic.twitter.com/bKJu5xddNX
— New Scientist (@newscientist) May 5, 2021
I risultati della sperimentazione sono stati anche pubblicati su Royal Society Open Science. I LEB sono dotati di due paia di occhi, uno più grande e uno più piccolo, che girano e oscillano, dando l’impressione di muoversi. Questo costituisce un deterrente per gli uccelli acquatici che evitano così di avvicinarsi per nutrirsi sulla superficie dell’acqua, nelle zone in cui sono posizionate le reti da pesca. I primi risultati dei test condotti nella baia di Küdema sono incoraggianti: in un raggio di 50 metri dalla singola boa, il numero di uccelli viene ridotto del 25%.
The panel has small eyes on one side and big eyes on the other, and it spins in the wind, giving the impression of a strange creature that moves unpredictably. (Video courtesy Andres Kalamees) pic.twitter.com/nVf1ozLCVs
— New Scientist (@newscientist) May 5, 2021
Il Guardian riporta anche le parole di Yann Rouxel, che lavora per il programma marino di BirdLife International e ha coordinato lo studio. “Gli uccelli marini possono annegare facilmente se finiscono intrappolati nelle reti da pesca. Abbiamo pensato che riducendo il rischio potremmo prevenire questo problema”, ha spiegato Rouxel. A conferma della bontà dei risultati anche un altro fatto: gli uccelli tornavano nella stessa zona una volta rimosso il LEB.
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Questo nuovo strumento è ancora un prototipo ed è atteso da nuove sperimentazioni. Yann Rouxel è però ottimista: “Non siamo i primi a cercare di salvare gli uccelli marini dalle reti da pesca, ma finora non c’erano stati dei risultati così incoraggianti. Inoltre, solo la collaborazione diretta con i pescatori può essere una soluzione costruttiva”.
Lo scopo finale del LEB è infatti quello di mettere un freno al bycatch, la cattura accidentale e accessoria di animali marini. Un fenomeno non voluto, ma che rappresenta una delle maggiori minacce alla fauna marina. Secondo una stima della FAO, sono almeno 400mila gli uccelli marini che muoiono ogni anno nel mondo a causa delle reti da pesca. I test sul LEB potrebbero rappresentare l’inizio della svolta.