
Le nuove regole sono contenute nel pacchetto economia circolare presentato a Bruxelles dalla Commissione europea
Grandi novità sono in arrivo nel mondo della moda e del settore tessile in Europa. Sono contenute nel pacchetto “economica circolare” presentato a Bruxelles dalla Commissione europea con lo scopo di rendere più sostenibile un settore – quello del fashion – che per troppo tempo si è tenuto lontano dagli standard di ecosostenibilità.
Le nuove misure previste dall’esecutivo europeo riguardano la produzione, l’utilizzo dei materiali e la questione del riciclo.
Ecco alcune delle maggiori novità previste nel pacchetto economia circolare Ue:
- Addio al fast-fashion e produzione di indumenti dalla vita più lunga;
- utilizzo di tessuti con un maggior tenore di fibre riciclate e riparabili in modo economico;
- Diminuzione al minimo di incenerimento e conferimento in discarica dei prodotti di scarto.
L’#Ue dichiara guerra al fast #fashion: “Prodotti durino di più” | La Commissione europea lancia il piano per promuovere articoli con un ciclo di vita maggiore. La ricetta: meno collezioni, più qualità e #moda circolarehttps://t.co/1bQ4NcMbiw
— La Voce di New York (@LaVocediNewYork) March 31, 2022
Moda sostenibile e creatività, i capi di Olga Mul ispirati alle sue origini
La svolta green per la moda europea
Tutte le nuove regole decise dalla Commissione europea nell’ambito del Green Deal e che sono state inserite nel cosiddetto “pacchetto economica circolare” hanno due scopi specifici.
Il primo, come detto, è abbattere l’impatto ambientale del fashion (basta pensare che in media, ogni europeo butta via ogni anno ben 11 kg di vestiti e simili). Il secondo obiettivo è la riduzione della dipendenza dell’Ue dalle materie prime importate.
Inoltre, la Commissione punta anche a far sì che vestiti, scarpe e tutti i beni del fashion vengano prodotti “nel pieno rispetto dei diritti sociali”.
La Comunicazione per prodotti tessili sostenibili e circolari anticipa nuove norme che renderanno obbligatori alcuni requisiti per l’industria Ue.
La Commissione, in particolare, sta considerando nuovi requisiti di progettazione, come livelli minimi obbligatori di utilizzo di fibre riciclate, il divieto di distruzione dei prodotti invenduti, un passaporto digitale del prodotto basato su requisiti informativi obbligatori sulla circolarità e altri aspetti ambientali chiave, azioni per affrontare il rilascio involontario di microplastiche dai tessuti, con misure come il prelavaggio negli impianti di produzione industriale.
In arrivo anche nuove norme Ue armonizzate sulla responsabilità estesa del produttore per i tessili e incentivi economici per rendere i prodotti più sostenibili (“eco-modulazione delle tariffe”), nell’ambito della revisione della Direttiva quadro sui rifiuti nel 2023.
Le nuove norme, indica la Comunicazione, potranno essere applicate in un percorso di “transizione per l’ecosistema tessile” per stabilire la strada da seguire e definire i passi concreti per affermare i principi dell’economia circolare nel settore.