Contro la pratica del greenwashing scende in campo l’Ispra con una task force che fornirà alle autorità competenti i dati sulla sostenibilità delle aziende. Intervista a Maria Siclari, Direttore generale Ispra.
ll greenwashing consiste nel presentare prodotti, obiettivi o politiche di un’azienda come rispettosi dell’ambiente sebbene ciò non corrisponda a verità.
La crisi climatica ha aumentato l’interesse dell’opinione pubblica per il rispetto dell’ambiente tanto che c’è stata una corsa a presentarsi sostenibili e rispettosi dell’ambiente. Per il cittadino consumatore scoprire i casi di greenwashing non è semplice.
Si possono acquistare delle obbligazioni presentate ingannevolmente come green o scegliere un modello di automobile in base a dati manipolati sulle emissioni dei gas di scarico.
Contro questa pratica scende in campo l’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che ha creato una task force che fornirà alle autorità competenti i dati sulla sostenibilità delle aziende, strumento indispensabile per verificare se le imprese rientrano nei criteri stabiliti a livello europeo.
Due gli strumenti a disposizione degli investitori entro il 2024: un regolamento europeo introduce una tassonomia delle attività economiche ecosostenibili; una classificazione comune a livello europeo delle attività economiche per guidare le scelte di investitori e imprese e l’Ecolabel, un marchio che attesta la qualità ecologica di un prodotto finanziario.