Il futuro del caffè è il laboratorio? Probabilmente sì

Prima della carne coltivata sulle nostre tavole potrebbe arrivare il caffè. Presto, infatti, potremmo bere l’espresso realizzato in laboratorio.

A sostenerlo in un articolo è il Wall Street Journal, che parte dall’enorme quantità di caffè consumato al mondo, 2 miliardi di tazzine al giorno. Tenendo conto della produzione media di caffè, ogni pianta produce al massimo 900 grammi all’anno, ci vogliono 20 alberi per soddisfare i bisogni di ogni persona che consuma almeno due tazze di caffè al giorno.

Questa sproporzione ha delle ripercussioni; la necessità di rispondere a una domanda crescente non è sostenibile nel lungo periodo né per i costi sociali né per quelli ambientali. Secondo gli esperti, quando il costo del caffè aumenterà, a causa della sua scarsità, i consumatori saranno propensi a passare ai prodotti artificiali che garantiscono un gusto sostanzialmente indistinguibile da quello originale.

D’altronde esistono tentativi ciclici di ricavare il caffè da altre piante, basti pensare al caffè di cicoria che si consumava ai tempi dell’autarchia imposta dal regime fascista, ma i risultati finora sono stati scarsi.

Il futuro del mercato potrebbe però essere rivoluzionato dalle aziende che hanno già messo in vendita il caffè ottenuto in laboratorio. Soprattutto per i prodotti che mischiano il caffè con altri ingredienti, preparati a base di caffè, cappuccini e “mokaccini”, il passaggio sembra ineluttabile, stessa sorte potrebbe capitare al cioccolato. Su questo fronte però si prevedono più resistenze.