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Animali, il viaggio di 10 tigri da Latina in Russia: forse destinate al traffico illecito

La storia del viaggio a fine ottobre di circa 60 ore di 10 tigri trasportate in condizione indegne da Latina verso uno zoo della Repubblica Russa del Daghestan, nel quale non sono mai arrivate, era stata denunciata dalla Lav. Con un’interrogazione parlamentare rivolta al Consiglio Regionale del Lazio si chiede di fare chiarezza sulla vicenda. 

L’associazione LAV ha portato alla ribalta a fine ottobre 2019 un trasporto di 10 tigri da Latina con destinazione ufficiale uno “zoo” nel Daghestan, Russia. Su tutti i documenti sanitari e di viaggio vi era il timbro dell’Asl di Latina che ha autorizzato un viaggio previsto di 21 ore. Tuttavia, le tigri non sono mai arrivate nel predetto presunto zoo, poiché sono state fermate al confine comunitario tra Polonia e Bielorussia e, in assenza di un documento,il previsto Modello41, i trasportatori sono stati fermati per illeciti.

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Le autorità polacche hanno verificato che le tigri erano detenute in condizioni indegne: le gabbie erano talmente piccole e ammassate che risultava oltremodo complicato provvedere a nutrire e abbeverare gli animali, nonché per poter stare in piedi (l’altezza delle gabbie,almeno di alcune,era di 60cm, quando una tigre adulta è 1,30cm al garrese). Una delle tigri è stata rinvenuta infatti senza vita e le altre erano ai limiti della sopravvivenza. Pertanto, le autorità polacche hanno arrestato per giorni i due camionisti italiani, nonché il rappresentante dello“zoo”in Russia, giunto in Polonia per cercare di prendere comunque possesso delle tigri.

Il Governo polacco ha fatto sequestrare le tigri sopravvissute, che hanno avuto differenti destinazioni: 4 sono state accolte da due zoo in Polonia e 5 in un santuario in Spagna.

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La vicenda è stata raccontata da una giornalista di TVN24 Poland che ha riferito che all’indirizzo dello zoo verso il quale erano dirette le tigri ci sarebbe in realtà un negozio di liquori. Pertanto, è emerso che la destinazione autorizzata era fittizia e probabilmente finalizzata a nascondere dei traffici illeciti verso la Cina, dove questi animali selvatici vengono consumati e smembrati per differenti utilizzi.

Stando a quanto ha confermato il Procuratore capo di Latina in un’intervista rilasciata alla TV Polacca TVN24, dall’Italia è arrivato sul luogo del sequestro anche un veterinario dell’Asl per consegnare il documento mancante (Modello 41) necessario per far proseguire il viaggio degli animali, così come previsto da regolamenti internazionali. 

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A firma del consigliere Roberta Lombardi, Gruppo Consiliare MoVimento 5 Stelle Regione Lazio XI Legislatura, si interroga il presidente della Regione Lazio e l’Assessore alla Sanità Sanità e Integrazione Socio-Sanitaria, Alessio D’Amato, per sapere:

  • quali attività di controllo sono state effettivamente poste in essere della Asl di Latina e come mai il Veterinario pubblico che ha autorizzato dal punto di vista sanitario e di benessere animale il trasporto con proprio timbro, non abbia verificato;
  • l’effettiva durata del viaggio (durata di almeno 60 ore continue per arrivare in Daghestan, invece che 20,4 come dichiarato sul TRACES);
  • di persona (ma solo “attraverso fotografie sul telefonino”),come dichiarato e trascritto nel verbale di archiviazione della denuncia della LAV, le condizioni degli animali e l’idoneità al trasporto delle gabbie e del mezzo di trasporto;
  • la presenza di un piano di viaggio con programmazione di soste obbligatorie,modalità di abbeveramento e alimentazione (viaggio superiore alle 48 ore);
  • il possesso dei requisiti per il trasporto di tale specie;
  • la veridicità di quanto dichiarato, rispetto a destinazione (Zoo inesistente e codice aziendale del destinatario, corrispondente ad un ​Alcool Store ​russo);
  • perché, e con quali spese, se in servizio o in ferie, un ufficiale pubblico veterinario Asl si è recato personalmente in Polonia per risolvere una mancanza da parte di un’azienda privata.

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Si ricorda che l’85% del commercio mondiale di tigri avviene in Europa, perché c’è una grande presenza di circhi, che storicamente scambiano fra loro gli animali.Ma accade che molti animali sono oggetto di traffici illeciti, agevolati dall’assenza di un’adeguata normativa che tutela, in particolare, gli animali nati e cresciuti in cattività.

Il commercio di questi animali costituisce inoltre un potenziale rischio sanitario per le persone. Difatti, gran parte delle epidemie, come quella del Covid-19 per quanto emerso sino ad oggi, sono nate da zoonosi e si sono diffuse a causa dello sfruttamento degli animali. Inoltre vi sono vari casi negli Stati Uniti, di zoo che hanno confermato il contagio di varie tigri (Zoo del Bronx).

Nei giorni scorsi sulla vicenda del trasporto da Latina è stato messo in onda un servizio della trasmissione “Le Iene” di Italia1​.

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