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DALLE TRIVELLE AI RIFIUTI, L’AMBIENTE È IL TERRENO DI SCONTRO TRA M5S E LEGA

Ambiente. L’ambiente è  terreno di scontro tra Lega e M5S che sembrano non riuscire a trovare  la quadra politica su trivelle e rifiuti, dalla questione ‘end of  waste’ ai termovalorizzatori.

Un disaccordo emerso anche oggi quando,  in occasione di un incontro dedicato all’economia circolare  organizzato da Legambiente, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa  (voluto dai 5 Stelle) e il senatore Paolo Arrigoni (Lega) hanno  ribadito posizioni inconciliabili.

Trivelle.

Per Arrigoni, l’emendamento in Dl Semplificazioni (che  doveva essere il frutto dell’accordo delle due forze al governo e che  prevede, tra l’altro, l’aumento di 25 volte dei canoni annuali di  coltivazione e stoccaggio degli idrocarburi per tutte le compagnie  petrolifere e uno stop alle ricerche in mare di idrocarburi di 18  mesi) aumenterà la dipendenza energetica dall’estero e rischia ”di  fare dei regali ai Paesi confinanti come Croazia o Grecia, che  tireranno su comunque gli idrocarburi” e ”alle multinazionali  estere, ad esempio la Total e quindi alla Francia”.

E ancora ”grazie alla nostra insistenza abbiamo fatto salvi gli iter autorizzativi di  rilascio delle concessioni per la coltivazione. Abbiamo lavorato e  ottenuto dei miglioramenti, certo è che dovevamo assolutamente fare di più”.

Ribatte Costa: “Mi fa piacere che il senatore Arrigoni ragioni  in termini tecnici e concreti, lo faccio anche io: stiamo abbandonando le fonti fossili, allora perché perforare? Politicamente siamo nella  transizione o no? Io penso di sì, le norme sono chiare”.

E sul rischio di dover pagare i danni alle compagnie del settore  energetico che minacciano cause o arbitrati, Arrigoni dice di aver  ”sollevato il problema dei possibili contenziosi a livello  internazionale, perché l’emendamento, soprattutto quello di partenza  che poi noi abbiamo cercato di migliorare, prevede sostanzialmente un  cambio delle regole in corsa”. Ma Costa prende tempo: “intanto vediamo se lo faranno o meno”.

Termovalorizzatori sì, anzi no.

Per Arrigoni ”possono e devono essere usati al posto delle discariche”, sottolinea  denunciando una carenza di impianti nel Paese e un eccesso di Tmb.

”Abbiamo tentato di introdurre una norma in Semplificazioni ma in  troppi, anche in Parlamento, soffrono della sindrome Nimby (Not in my  backyard, in pratica: non nel mio orticello, ndr). Bisogna dire basta  a chi dice no agli impianti”.       Ma per il ministro dell’Ambiente il no ai termovalorizzatori ”non è  ideologico ma tecnico” e frutto di una valutazione che comprende  tempi di realizzazione (sette anni) e tempi e costi di ammortamento  (20 anni e 200 milioni) con un occhio alle indicazioni contenute nel  pacchetto Ue sui rifiuti.

”E se qualcuno dice che sbaglio, deve anche dimostrarlo”, dice Costa.

Nessun accordo, poi, sulla questione ‘end of waste’,  ovvero sulle autorizzazioni che dovrebbero permettere agli impianti di trasformare alcune tipologie di rifiuti in risorse reimmettendole così sul mercato.

“Come Lega -dice Arrigoni- abbiamo tentato, nel Dl  Semplificazioni che sta per essere approvato con la fiducia alla  Camera, di proporre con emendamento una norma per rimuovere lo stallo  che blocca il settore del riciclo dei rifiuti e preoccupa il mondo  delle imprese.

La norma faceva salve le autorizzazioni già rilasciate  e incaricava le Regioni per il rilascio delle concessioni per  l’autorizzazione di cessazione del rifiuto. Purtroppo su questa nostra proposta non c’è stata condivisione con l’altro contraente del  contratto di governo ed è stata sfilata dal dl semplificazioni”.

Altro ‘contraente’ che aveva una proposta ”che non condividevamo,  perché centralizzava tutto presso il ministero dell’Ambiente che è già in ritardo, e metteva in discussione le autorizzazioni già in  essere”.

Ad ammetterlo è anche il titolare del dicastero: “Abbiamo  provato a trovare una quadra parlamentare che non è arrivata” dice  Costa che aggiunge: ”io sono disponibile al confronto con l’arco  costituzionale perché più si fa così più si sbaglia. Su end of waste  io ci ho provato, l’emendamento di partenza è quello del ministero poi ha avuto il percorso che ha avuto. Mi devo arrendere? Io trovo altre  strade. Spero che il Parlamento possa legiferare su end of waste al  più presto e penso sia giusto che ci siano linee guida nazionali per  dare omogeneità, poi ovviamente c’è il ‘caso per caso’. Mi sembra la  soluzione più semplice”.

Prossimo terreno di scontro Lega-5S potrebbe essere l’acqua? No,  risponde Costa. Casomai confronto.

”Nel contratto di governo si parla di che tipologia di orientamento si ha sull’acqua, che è quello  dell’acqua pubblica. C’è un disegno di legge robusto che sta per  essere incardinato e là poi si apre la dialettica. Le rispettive  rappresentanze si sono già più volte incontrate per appianare  eventuali distonie”.