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Gli Usa in bici per Plastic Free, il viaggio di Pietro ed Emiliano

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Un coast-to-coast molto particolare per i due italiani, non nuovi a imprese del genere.

Stanno attraversando gli Stati Uniti in bici, e lo fanno per una buona causa: quella di aiutare l’ambiente, riducendo la quantità prodotta e utilizzata di plastica. Pietro Franzese ed Emiliano Fava sono due ciclisti italiani non nuovi a imprese del genere. Un coast-to-coast molto particolare, con oltre 100 km da percorrere ogni giorno, per raccogliere fondi a favore di Plastic Free.

Il viaggio di Pietro Franzese ed Emiliano Fava, ‘2 Italians Across the US’, è iniziato oltre un mese fa, il 19 gennaio scorso, a San Francisco. A patrocinarlo anche il Comune di Milano. I due italiani, in sella alla loro bici, viaggiano e raccontano le loro tappe, cercando anche di sensibilizzare chi li segue sull’impatto della plastica monouso.

“Nei primi dieci giorni abbiamo affrontato molto dislivello, poi il percorso è diventato pianeggiante e di nuovo molti sali e scendi impegnativi in Texas. Le condizioni climatiche e delle strade sono molto variabili, abbiamo approfittato del vento favorevole per percorrere 500 km in appena tre giorni” – raccontano i protagonisti – “Abbiamo dormito in tenda, in motel e ospiti di locali. Il freddo di notte ci ha affaticato molto nelle notti in tenda, anche per il terreno molto umido”.

Parallelamente al faticoso e ambizioso viaggio in bici, i due italiani hanno anche aperto una raccolta fondi su GoFundMe a sostegno di Plastic Free. Finora sono stati raccolti oltre 1200 euro, ma è possibile donare fino alla fine del lungo e impegnativo viaggio di Pietro ed Emiliano. Gli Stati Uniti, tra l’altro, sono il Paese con il più alto consumo pro capite di plastica al mondo. L’Italia, però, non è da meno: siamo secondi in Europa e primi al mondo per consumo di acqua minerale in bottiglia.

Plastic Free, con le donazioni raccolte, si occuperà di un progetto scelto proprio da Pietro ed Emiliano: la salvaguardia della riserva naturale del Mida Creek, in Kenya, grazie alla collaborazione con l’associazione Sasa Rafiki. La plastica verrà raccolta dagli abitanti del posto e portata in appositi centri di smaltimento, evitando che venga bruciata o seppellita.

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