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Il Parlamento Ue vota la Direttiva sulle Emissioni Industriali (ma tiene fuori l’allevamento)

Il Parlamento Ue vota la Direttiva sulle Emissioni Industriali (ma tiene fuori l'allevamento)

L’Eurocamera ha detto sì all’introduzione di nuovi limiti relativi alle emissioni provocate dalle industrie europee ma ha deciso di non estendere tali limiti al settore dell’allevamento. Ecco perché 

Quella in corso è una settimana particolarmente importante per la transizione ecologica in Unione europea. Perché oltre all’approvazione da parte del Parlamento europeo della legge sul Ripristino della Natura, l’Eurocamera ha votato anche la cosiddetta Direttiva sulle emissioni industriali.

Direttiva Ue sulle emissioni industriali. Cos’è? 

La Direttiva Ue sulle emissioni industriali è una norma che impone nuove regole relativamente alle emissioni nell’aria, nel suolo e nelle acque da parte delle grandi industrie europee. Erano diversi i settori industriali su cui si è discusso ma non per tutti si è trovata la stessa soluzione.

Gli eurodeputati, infatti, hanno deciso di lasciare fuori dalle nuove e più stringenti regole il settore dell’allevamento. Ma perché? I membri del Parlamento europeo si sono fatti convincere dalle lobby del settore. Come spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, l’estensione delle nuove regole al settore “avrebbe portato alla chiusura di gran parte delle stalle. Paragonare le stalle alle fabbriche avrebbe portato alla perdita di posti di lavoro con la chiusura di molti allevamenti medio-piccoli, con il conseguente aumento della dipendenza dalle importazioni di prodotti animali da Paesi terzi”. 

Emissioni e allevamento, in arrivo una mediazione 

E dunque, gli eurodeputati hanno deciso di mantenere in vigore le norme sulle emissioni che coprono gli allevamenti con più di 2mila posti per la produzione di suini (oltre 30 kg), o con più di 750 posti per scrofe, e quelli di pollame con più di 40mila posti, nonché le aziende agricole con almeno 750 unità di bestiame (UBA).

Il problema delle emissioni è legato soprattutto agli allevamenti intensivi e soprattutto ai bovini. In quest’ottica il Consiglio Ue ha presentato una proposta per l’innalzamento del limite a 350 bovini adulti.

L’idea generale è quella di giungere a un compromesso sull’imposizione di un limite a 450 capi di bestiame, un numero che permetterebbe sia una buona redditività che l’aumento degli investimenti sulla sostenibilità del settore.