Il PNACC – Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici – è in bozza, in attesa di approvazione del governo, da cinque anni. Pichetto Fratin: “Lo approveremo entro fine anno”
Dietro la tragedia di Casamicciola a Ischia c’è la mano dell’essere umano. Ma ci sono anche i cambiamenti climatici e i loro effetti, perché la pioggia che si è abbattuta sull’isola verde nella notte tra il 25 e il 26 novembre è stata tantissima: 126 mm in sole sei ore. Mai così tanta da quando registriamo i dati pluviometrici.
Tecnici e scienziati lo dicono da tempo: bisogna adattarsi agli inevitabili effetti dei cambiamenti climatici. Ma i politici italiani non sembrano dar loro ascolto. Il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) è nei cassetti dei diversi ministeri competenti da oltre 5 anni. Siamo l’unico Paese europeo a non averlo ancora presentato.
Cos’è il PNACC, il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici?
Il PNACC è un documento di pianificazione delle attività necessarie per adattare le nostre infrastrutture e i centri abitati agli eventi climatici estremi che, sempre più spesso, si abbattono sul nostro Paese.
Ma perché il PNACC non è ancora stato approvato? Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha spiegato al Corriere della sera che trattandosi di uno “strumento pianificatorio di indirizzo per la individuazione degli interventi regionali […] è stato sottoposto a Valutazione ambientale strategica. Il recepimento del parere – continua Pichetto Fratin – richiede significative integrazioni tecniche che le strutture del mio ministero con il supporto di Ispra, acquisiti i contributi delle Regioni, chiuderanno entro fine anno”.
Dunque, entro la fine del 2022, assicura il ministro dell’Ambiente arriverà l’approvazione del Piano. Che sia la volta buona dopo 5 anni di ritardi.