
Nucleare, la denuncia di Greenpeace: “Rifiuti radioattivi dalla Francia seppelliti in Siberia”. Non si tratta di un fatto inedito, ma dieci anni fa la ong era riuscita a bloccare il traffico illegale.
Nucleare, la denuncia di Greenpeace: “I rifiuti radioattivi della Francia vengono trasportati in Russia e seppelliti in Siberia“. Non si tratta di un fatto inedito, ma dieci anni fa la ong era riuscita a bloccare questo traffico illegale e dannoso per l’ambiente. La cattiva abitudine, tuttavia, sembra essere tornata in auge. La sezione francese di Greenpeace ha infatti smascherato l’operato dell’azienda del nucleare Orano, che nel 2017 è succeduta al colosso Areva (fallito in gran parte per le perdite associate alla costruzione di un reattore EPR in Finlandia e tuttora non ultimato).
Retour à l’expéditeur ! La Sibérie n’est pas une poubelle, n’en déplaise à @OranoGroup, géant français du nucléaire qui y envoie ses déchets radioactifs. @barbarapompili, Orano est détenu à plus de 70% par l’Etat, mettez fin à ce trafic !
📸© Victor Point / Greenpeace pic.twitter.com/MN6zAHTMm4
— Greenpeace France (@greenpeacefr) October 12, 2021
Dieci anni fa, gli attivisti di Greenpeace erano riusciti a bloccare tutte le esportazioni di uranio impoverito francese in Russia: in quell’occasione, Areva e EDF (l’azienda statale dell’elettricità) riconobbero che lo stop era dettato da ragioni economiche e ambientali. L’industria nucleare transalpina sostiene il mito di un ‘ciclo del combustibile’ secondo cui l’uranio che alimenta le centrali nucleari sarebbe riciclabile e riciclato. Una strategia costosa e inefficace, dal momento che la quantità di scorie radioattive francesi continua ad aumentare. Per questo motivo, l’uranio depleto che risulta dal processo di ritrattamento del combustibile irraggiato viene trasportato e smaltito in Siberia.
Intanto, però, alcuni Paesi europei, guidati proprio dalla Francia, stanno facendo pressioni politiche affinché il nucleare venga annoverato tra i settori della green economy. Greenpeace, che continua a sostenere con grande forza che il nucleare non può rientrare tra le attività sostenibili, promette battaglia: “La questione dello smaltimento delle scorie radioattive prodotte dalle centrali atomiche resta irrisolta. Ci batteremo affinché l’Europa non cada in questo tranello“.