Lo scetticismo del governo italiano allo stop a diesel e benzina dal 2035

Il governo italiano si è detto pronto a fare pressioni per allungare i tempi per l’entrata in vigore dello stop alla vendita di auto a diesel e benzina in tutta l’Unione europea a partire dal 2035

La decisione del Parlamento europeo di dare il via libera definitivo allo stop alla vendita di auto a motore termico a partire dal 2035 in Italia è stata presa con scetticismo da diverse parti. A partire dal governo.

Ben due ministri, nel giro di poche ore, hanno espresso pareri estremamente negativi sulla nuova direttiva. Prima il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin che ha detto che l’intervallo temporale per lo stop alla produzione di auto a diesel e benzina è troppo breve e che al momento le auto elettriche sono ancora un affare per ricchi.

Poi il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che ha parlato di “estremo ritardo” negli investimenti necessari a un cambiamento così epocale.

“Non c’è tempo di riconvertire la filiera, non possiamo affrontare la realtà con una visione ideologica“, ha detto Urso che fa sapere che il governo italiano è impegnato affinché con la clausola di revisione del 2026 si possano determinare “altre tempistiche e altre modalità“ per la norma. 

Vero è che l’Italia è l’unico paese dell’Unione europea che nel 2022 ha visto calare le vendite di auto elettriche. Nel resto del Continente non solo le immatricolazioni aumentano ma la filiera è in continua espansione. Insomma, i tempi stretti imposti dall’Ue potrebbero essere l’unico modo per spingere il nostro Paese a una rivoluzione che altrove è già in atto.