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Tra Green Pass e mascherine riparte la scuola in presenza. Intervista alla Sottosegretaria Floridia

Tra Green Pass e mascherine riparte la scuola in presenza. L’obiettivo è quello di far tornare tutti gli studenti in classe, anche se resteranno le regole sul distanziamento. Ne abbiamo parlato con la Sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione, Barbara Floridia.

Sottosegretaria, i presidi denunciano poca chiarezza sulla questione mascherine in classe e in caso di positivo quale protocollo usare?

“Intanto è importante che ragazzi tornino in classe e per quanto riguarda le mascherine, le mascherine devono tenersi sempre. L’auspicio è quello di poterle toglierle e per farlo dobbiamo comunque prevedere delle linee guida per capire come poter tutelare la privacy dei ragazzi e sapere se effettivamente in una classe tutti sono vaccinati o meno. Quindi è un percorso verso il quale si sta andando ma per adesso la mascherina va tenuta. Per quanto riguarda invece la prassi che nel momento in cui un ragazzo risulta essersi contagiato nella scuola, chiaramente si attueranno i protocolli dell’ASL, quindi i ragazzi dovranno fare la quarantena. Chi avrà effettuato il vaccino dovrà stare a casa 7 giorni, gli altri 10”.

La pandemia è in forte ridimensionamento grazie al vaccino ma rimangono i problemi storici della scuola come arredamenti vetusti, sicurezza, classi affollate e in circa 2400 scuole è ancora presente l’amianto?

“Insegno da 20 anni e ho insegnato da Vicenza a Palermo alle isole Eolie e di scuole ne ho viste. Mai come lo scorso anno c’è stato un rinnovo degli arredi scolastici così eclatante. Due milioni di nuovi arredi scolastici, che erano necessari, fisiologici, non soltanto per la sicurezza ma anche per la dignità degli studenti e dei docenti, Inoltre sono state realizzate più di 40 mila aule aggiuntive, proprio in prospettiva del poter andare ad eliminare quelle che sono le ‘classi pollaio’, affollate. Ed inoltre siamo riusciti quest’anno ad evitare dei tagli al personale scolastico, perché per via della de-natalità volevano addirittura toglierci dei docenti. Ma noi, volendo poi diminuire il numero dei ragazzi per classe, abbiamo invece tenuto duro e siamo riusciti a mantenere il personale scolastico, quindi stiamo andando anche nella direzione di diminuire il numero dei ragazzi per classe. Prima di farlo, a livello normativo, in maniera definitiva, devi essere sicuro di avere le aule e di avere i docenti. E noi abbiamo fatto sia l’uno che l’altro e adesso andiamo verso la definizione della norma”.

Nuove scuole a basso impatto ambientale quante saranno, caratteristiche e tempi realizzazione. Le scuole già in essere come verranno accompagnate nella riqualificazione energetica ?

“Questo è uno dei miei obiettivi, io ho la delega, proprio tra le altre, all’educazione alla sostenibilità e quindi è importante che anche gli edifici che ragazzi abitano, che le scuole che ragazzi abitano siano espressione di un modo nuovo di abitare il mondo. Noi abbiamo stanziato risorse, 800 milioni circa, per la realizzazione di 200 scuole nuove, totalmente nuove, nel rispetto dell’NZEB, cioè con un efficientamento energetico, una capacità di impatto ambientale pari a zero. Quindi molto alto ad ogni modo. Queste 200 scuole saranno prototipi di un nuovo modo di costruire le scuole stesse. Abbiamo stanziato risorse anche per efficientare e mettere in sicurezza le scuole esistenti. Sono circa più di 3 miliardi, perché chiaramente la maggior parte sono scuole che esistono e vanno efficientate. Ma le dirò di più, dal React You abbiamo ottenuto un miliardo per aule verdi, aule green e spazi che possano essere sostenibili nelle scuole esistenti. Quindi questo è l’obiettivo che la scuola si è data:  diventare il prototipo di come la società, a livello sostenibile, possa davvero Abitare il nostro paese”.

L’ora di educazione ambientale è inserita nel programma scolastico, quali risultati sono attesi?

“Innanzitutto abbiamo raggiunto un primo obiettivo era quello di rendere strutturale l’educazione ambientale. Quindi è una disciplina scolastica. Ma questo era un primo passo e chiaramente lo abbiamo realizzato quando, nell’anno della pandemia. Nell’anno in cui si è fatta molta lezione a distanza, quindi ci auguriamo il prossimo anno di poter monitorare meglio e capire cosa funziona e cosa no. Ma le dirò di più, l’Italia è il primo Paese europeo, non soltanto ad avere l’educazione alla sostenibilità come disciplina scolastica, all’interno della disciplina educazione civica, ma siamo il primo Paese europeo ad avere un piano nazionale per la transizione ecologica e culturale nelle scuole. Un piano che comprende, ciò che ci siamo detti prima, gli edifici, la trasformazione degli edifici, ciò che comprende i comportamenti degli studenti e dei docenti: come vanno a scuola, cosa mangiano scuola, quanto consumano a scuola e anche la rigenerazione dei saperi. Quindi grandi enti pubblici e privati si metteranno a disposizione delle scuole, come Ispra, Enea, CNR, Guardia Costiera e Arma dei Carabinieri per spiegare ai ragazzi la sostenibilità”.

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