In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) La Russia non rinnova l’accordo sul grano; 2) Un fondo da 25 milioni per promuovere Dop e Igp; 3) Vino, preoccupa il calo della produzione di uva; 4) Il cibo Made in Italy tutela 4 milioni di lavoratori

 

In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress:

1) La Russia non rinnova l’accordo sul grano: La Russia ha deciso di non rinnovare l’accordo sul grano. Una decisione che il rappresentante di Mosca ha definito ‘irrevocabile’ nonostante la richiesta da parte di molti Paesi di rivedere la propria posizione, temendo una nuova impennata dei prezzi di grano e derivati e una crisi alimentare che andrebbe a colpire soprattutto i Paesi più deboli. Di fatto, significa che la Russia non garantirà più il passaggio sicuro dei rifornimenti di grano ucraino attraverso il Mar Nero. “L’Ucraina, dal canto suo – ha dichiarato il presidente Zelenskyè pronta a continuare le esportazioni nonostante l’uscita della Russia dall’accordo sul grano“. “La decisione presa a Mosca fa salire l’instabilità sui mercati internazionali e favorisce la speculazione. La Federazione Russa – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanticontinua a utilizzare il cibo come un’arma e strumento di pressione per allentare le sanzioni”. “Il blocco delle spedizioni di cereali sul Mar Nero – aggiunge la Coldirettiè preoccupante per le forniture di mais alle stalle italiane. Nell’anno di attuazione dell’intesa infatti, verso l’Italia sono arrivati dall’Ucraina quasi 2,1 miliardi di chili di mais per l’alimentazione animale, grano tenero e olio di girasole”.
“L’Ue sta lavorando per garantire la sicurezza alimentare per le persone vulnerabili in tutto il mondo. I corridoi di solidarietà europei
– assicura la presidente Von der Leyen continueranno a portare i prodotti agroalimentari dall’Ucraina ai mercati globali”.

2) Un fondo da 25 milioni per promuovere Dop e Igp: Via libera al fondo da 25 milioni per la promozione di Dop e Igp. La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha sancito l’Intesa sul decreto che definisce i criteri e le modalità di utilizzo di una quota parte del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura.

3) Vino, preoccupa il calo della produzione di uva: Uno studio della Commissione europea sull’impatto del cosiddetto regolamento SUR sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari prevede un calo della produzione di uva dovuto agli effetti della riduzione di tali prodotti, stimato al 18% in Spagna e al 20% in Italia. Dallo studio emergerebbe che una diminuzione della produzione di vino in Europa sarebbe irrilevante.

4) Il cibo Made in Italy tutela 4 milioni di lavoratori: La candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco tutela i 4 milioni di lavoratori occupati nella filiera nazionale del cibo che vale 580 miliardi di euro, un quarto del Pil. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti diffusa in occasione dell’assemblea nazionale dell’organizzazione a Roma. “Il Made in Italy a tavola – sottolinea Coldiretti – coinvolge dal campo al piatto 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio”. Una rete che quotidianamente rifornisce i consumatori italiani e stranieri in ogni parte del pianeta e lo dimostra il +9% registrato dalle esportazioni alimentari Made in Italy nei primi quattro mesi dell’anno. “Tra i principali mercati di riferimento per i prodotti italiani, nel 2023 – sottolinea la Coldiretti – sono cresciute di più le esportazioni alimentari in Francia, con un balzo del 17% davanti alla Germania (+10%), Gran Bretagna (+10%) e Stati Uniti (+3%)”. La ristorazione italiana è la più diffusa e apprezzata nel mondo con un valore che raggiunge i 205 miliardi di euro e registra i maggiori livelli di penetrazione negli USA, con il 33% del totale dei ristoranti, e in Brasile (28%), ma ottimi risultati si raggiungono anche in Francia (22%), Spagna (24%), India (24%), Germania (16%), Cina (14%), Corea del Sud (12%) e Regno Unito (11%).