Giulia Cicoli della Ong Still I Rise ha raccontato a TeleAmbiente che la situazione in Siria Nord occidentale è drammatica. La gran parte delle case costruite per accogliere i profughi in fuga dalle bombe è crollata. “Erano state costruite in fretta e furia”.
Dopo la fuga dalla guerra, il terremoto. È il doppio dramma che stanno vivendo i profughi siriani sfuggiti alle bombe del conflitto civile che imperversa nella regione dal 2011 e che si trovavano nella Siria Nord Occidentale, una zona non controllata dal regime di Bashar Al-Assad è che è stata duramente colpita dal sisma.
Nella zona opera la Ong italiana Still I Rise. Giulia Cicoli, Direttrice Advocacy dell’organizzazione ha spiegato che il motivo per cui tanti fabbricati nella zona sono crollati è perché erano stati costruiti in fretta e furia per accogliere i profughi.
“Al momento non ci sono le risorse fisiche né tecniche per scavare – continua Cicoli -. Le persone scavano a mano, da soli, per cercare di tirare fuori la propria famiglia. Contemporaneamente i pochi ospedali ancora aperti sono al collasso dalle prime ore del sisma. Quindi tantissimi fortunati che riescono ad essere salvati poi non possono essere curati”.
LA VERSIONE INTEGRALE DELL’INTERVISTA A GIULIA CICOLI DI STILL I RISE