“E’ il frutto di due anni di indagini e di lavoro incessante per riscrivere la storia di quel sito, che tanto dolore ha causato a migliaia di cittadini”. Sono le parole del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa in merito al sequestro per disastro ambientale dell’azienda Caffaro, storica industria chimica del territorio.
Disastro ambientale, l’accusa che ha portato al sequestro della Caffaro, storica industria chimica di Brescia, eseguito ieri mattina dai carabinieri forestali. Il provvedimento, firmato dal gip del Tribunale che ha accolto la richiesta dei pm diretti dal procuratore Francesco Prete, è scattato per gli eccessivi livello di inquinamento dell’impianto.
“Abbiamo rimesso in piede un puzzle non facile da ricostruire. Caffaro è una questione difficile da comprendere, gestire e risolvere. E’ un carcinoma al centro della città e va estirpato“. Lo ha detto il procuratore capo di Brescia Francesco Prete parlando del sequestro avvenuto su ordinanza del gip dopo la richiesta della Procura di luglio. “Credo che la contestazione del reato di disastro ambientale faccia ben capire la gravità della vicenda. Fino a gennaio scorso il superamento dei limiti di inquinante è stato molto alto. C’è sversamento di cromo esavalente, con valori 10-15 volte, con tracce che si vedono girando il sito”.
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Tutto questo “è frutto di due anni di indagini e di lavoro incessante per riscrivere la storia di quel sito, che tanto dolore ha causato a migliaia di cittadini. Li incontrai il 20 novembre 2018 in un lungo pomeriggio di racconti e mi portarono dati denunce analisi cliniche. La Procura distrettuale della Repubblica di Brescia, Arpa e i Carabinieri forestali, che ringrazio, hanno compiuto un lavoro certosino e oggi le indagini danno ragione a quei cittadini”, dichiara il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
Due anni fa incontrai comitati e cittadini di #Brescia che chiedevano attenzione in relazione alla #Caffaro. Abbiamo lavorato molto e lo scorso agosto ho ordinato la rimozione dei rifiuti cancerogeni. Con il sequestro di oggi si scrive una pagina nuova. Lo Stato è presente. pic.twitter.com/VgQSIxDd0J
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La storia infinita dell’inquinamento della falda acquifera e dell’ex stabilimento Caffaro e Brescia. Oggi è stato sequestrato per ordine della magistratura pic.twitter.com/LC9cnaiE3r
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Un provvedimento dovuto al continuo inquinamento dell’impianto, con valori di cromo e mercurio ben al di sopra dei parametri di legge.
“L’inquinamento – prosegue il Ministro – non era solo un’eredità del passato, ma è stato perpetrato nel tempo. Il nostro impegno per Brescia, insieme con le istituzioni locali, è stato ed è costante: abbiamo definito dopo oltre vent’anni l’accordo di programma per la bonifica del Sin e stiamo lavorando senza sosta per il relativo piano operativo di bonifica. Con il sequestro di oggi si aggiunge un nuovo tassello al mosaico che comporrà una nuova pagina per la città di Brescia. Lo Stato è presente, e non abbandona mai i cittadini”.
“Con il sequestro di queste ore si aggiunge un tassello al processo di risanamento di una delle aree più ferite del nostro Paese. Un risultato importante, frutto del lavoro delle istituzioni al fianco dei cittadini” commenta il Sottosegretario Roberto Morassut.
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“La comunità bresciana non sarà sola – continua -. Per scongiurare il rischio che venga meno la barriera idraulica che impedisce alle acque inquinate dalle sostanze tossiche rilevate di disperdersi nel sottosuolo e nelle acque di falda, siamo intervenuti pochi giorni fa con un’ordinanza del Ministero, intimando a tutti i soggetti responsabili di non interrompere le attività a tutela della falda. In ogni caso la barriera idraulica non verrà meno, perché esplicitamente previsto nell’accordo di programma sottoscritto dal Ministero nel novembre scorso per gli interventi di messa in sicurezza e bonifica del SIN Brescia Caffaro”.
La #Caffaro di #Brescia sequestrata per disastro ambientale.
Il Sottosegretario @RMorassut: “Un tassello al processo di risanamento di una delle aree più ferite del nostro Paese. Le istituzioni al fianco dei cittadini”.
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Il Sottosegretario spiega inoltre che, ove i privati interrompessero il barrieramento, subentrerebbe il Commissario per la bonifica con risorse pubbliche per evitare rischi per l’ambiente e la salute. I costi di tale intervento saranno poi recuperati dalle aziende responsabili dell’inquinamento dell’area Caffaro.
Progetto di bonifica Azienda Caffaro, Brescia
“Brescia è una delle zone più difficili e dove la sfida del risanamento ambientale ha un valore nazionale, per il grande processo di riconversione industriale e per il triste fenomeno del trattamento illegale dei rifiuti, ed è una sfida che vogliamo vincere – conclude Morassut -. L’attenzione rimane alta, e il Ministero dell’ambiente continuerà a monitorare l’evoluzione del fenomeno. Un grazie ai funzionari del ministero e ai colleghi degli enti locali che non mollano e con i quali continueremo a lavorare”.