
La versione del Recovery Plan del Governo Draghi toglie il 30% degli investimenti all’economia circolare per favorire la Carbon Capture and Storage o Sequestration (Ccs), strettamente legata all’industria degli idrocarburi di Eni e Snam.
Una scelta – spiega in un articolo sul Fatto Quotidiano Rossano Ercolini, Presidente di Zero Waste Italy e Zero Waste Europe – che sembra trovare l’appoggio del Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, che ha scelto l’idrogeno blu come cavallo di battaglia (e che significa rivolgersi all’industria ‘hard to abate’, cioè quella definita ‘sporca’, come idrocarburi, acciaio e cemento).
Il Ccs – spiega Ercolini – attraverso differenti tecnologie, come post combustione, ossicombustione e post combustione che include processi di gassificazione e di produzione di syngas anche da rifiuti soprattutto plastici, che consente di catturare il biossido di carbonio emesso dagli impianti alimentati a combustibili fossili sottraendoli alla quota rilasciata in atmosfera.
Esso prevede lo stoccaggio nel sottosuolo in formazioni geologiche.
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Per il Presidente di Zero Waste sembra trattarsi di “un via libera ai progetti di Ravenna dove si prevede lo stoccaggio in mare della CO2 catturata e dell’Ilva di Taranto. Ovviamente, poiché pensar male è un peccato ma in questa ‘Italietta’ non ci si sbaglia, i frequenti richiami al riciclo chimico delle plastiche eterogenee per produrre idrogeno e/o metanolo ci inducono a ritenere questo versante associabile al peana per il Ccs”.
Una scelta che Ercolini definisce costosissima, poco testata e potenzialmente pericolosa perché esposta ai rischi di terremoti che per esempio nel Mar Adriatico non mancano e che spiega il via libera alle trivellazioni voluto da Cingolani.
Recovery, Draghi “Piena collaborazione con Parlamento ed enti locali”
“Noi non staremo a guardare – scrive il Presidente Ercolini – se necessario torneremo in piazza! Siamo consapevoli che a pochi giorni dalla Giornata Mondiale della Terra non saremo in grado di cambiare la politica ridotta a ‘comitati di affari’ nel segno di una insopportabile oligarchia abile nell’inquinare non solo l’ambiente ma anche la comunicazione. Terra-Terra è il nostro grido ed è sempre più necessaria la promozione di un soggetto politico ecologista ‘fuori dai giochi’, che sia in grado di proporre una governance all’altezza dei tempi!”.