Home Attualità Inquinamento Gargano, 14 arresti per disastro ambientale: compromessi 60 chilometri di costa

Gargano, 14 arresti per disastro ambientale: compromessi 60 chilometri di costa

Quattordici persone sono state arrestate nell’ambito dell’operazione “Gargano Nostrum”, 10 sono accusate di disastro ambientale per aver scaricato in mare illegalmente tonnellate di scarti di pesca e produzione ittica. Sequestrati 10 impianti di allevamento di cozze.


27 tonnellate di plastica tra reti e scarti della pesca abbandonate in mare, oltre 60 chilometri di costa adriatica compromessa. 14 persone sono finite accusate di aver letteralmente devastato il mare al largo del Gargano, a conclusione delle coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia, svolte dal Nucleo Speciale d’Intervento del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera nell’ambito dell’operazione denominata “Gargano Nostrum”.

Inquinamento, trovate tracce di plastica nei muscoli di 44 tartarughe marine morte in tre anni

10 indagati sono accusati di “disastro ambientale” mentre gli altri 4 indagati di combustione illecita di rifiuti. Con la stessa ordinanza viene inoltre disposto il sequestro preventivo di 10 aree demaniali marittime assentite in concessione, per un totale di circa 30 milioni di mq, nonché degli impianti di mitilicoltura(allevamenti di cozze e mitili) e di un’area demaniale marittima occupata abusivamente con un impianto di mitilicoltura.

 


L’indagine trae origine dalla riscontrata presenza su spiagge, scogliere, dune e fondali marini di ingentissime quantità di rifiuti plastici ( principalmente retine tubolari impiegate negli impianti di mitilicoltura,che hanno determinato una rilevantissima alterazione delle matrici ambientali e degli ecosistemi relativi.

Abusivismo edilizio, inquinamento e pesca illegale, i nemici del nostro mare. I numeri di “Mare Nostrum” 2020

Le investigazioni si svolte in circa 20 mesi dal Nucleo Speciale d’Intervento del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, nel corso delle quali sono state svolte numerose intercettazioni di comunicazioni e osservazioni sul territorio, comprese due campagne di immersioni degli operatori subacquei della Guardia Costiera.

Secondo gli esiti delle indagini, dieci delle dodici cooperative che gestiscono gli impianti hanno smaltito illecitamente un’ingente quantitativo di rifiuti prodotti nelle aree assentite in concessione consistenti in non meno di 27 tonnellate di reste dismesse e non meno di 4 mila tonnellate di cozze abbandonate in mare (gusci di mitili morti) ed è stata appurata la quasi totale assenza dei documenti di tracciabilità dei rifiuti, in particolare dei formulari identificativi.

Cetacei spiaggiati o impigliati nelle reti da pesca: le squadre di soccorso del progetto Life Delfi

L’ operazione complessa di polizia giudiziaria, finalizzata all’esecuzione delle misure cautelari disposte, è stata svolta da circa 150 militari della Guardia Costiera provenienti da tutta Italia nel quadro delle attività rivolte alla salvaguardia dell’ambiente, in particolare in un’area di elevatissimo pregio come quella del Gargano, ad alta frequentazione turistica, caratterizzata da molteplici vincoli paesaggistici e che riveste un ruolo importante per l’economia locale.

Articolo precedenteTerzigno, ancora rifiuti nel Parco nazionale del Vesuvio: le telecamere smontate o rubate
Articolo successivoMar Menor, ci sarebbero gli allevamenti intensivi di maiali dietro la strage di pesci