Il presidente Alessandro Marescotti: “Valori anomali e preoccupanti, si stabiliscano le cause e si chiuda l’impianto da cui si sono originati i picchi”.
Ex Ilva, l’associazione Peacelink scrive a Gilberto Pichetto per chiedere al MaSe un’indagine sui picchi anomali di benzene registrati a Taranto. Il presidente Alessandro Marescotti si è rivolto così al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica: “Chiediamo di accertare le cause e individuare i responsabili, adottando misure immediate per ridurre l’inquinamento atmosferico, soprattutto nel quartiere Tamburi, e chiudere l’impianto da cui si sono originati i picchi in questione, con l’obiettivo di tutelare la salute dei cittadini”.
L’iniziativa di Peacelink arriva dopo che sono stati rilevati picchi di benzene preoccupanti nel rione Tamburi, il più vicino all’impianto siderurgico e storicamente più colpito dall’inquinamento. Nella notte tra sabato e domenica, infatti, alle ore 2 la centralina Arpa di via Machiavelli, in un momento privo di traffico veicolare, ha fatto registrare valori assolutamente anomali: 61 microgrammi per m³, ben al di sopra del valore di soglia di 27 adottato come riferimento della comunità scientifica e dallo Stato della California. “Nella nostra normativa purtroppo non vi sono valori di soglia per i picchi di benzene, sostanza cancerogena certa, che può provocare leucemie e altri gravi problemi di salute. La sua presenza in concentrazioni così elevate desta grande preoccupazione per la salute dei cittadini di Taranto e in particolare dei residenti di Tamburi, già gravati da una situazione di inquinamento atmosferico cronico”, ha spiegato Alessandro Marescotti.
“Non è la prima volta che si verifica un picco di benzene a Taranto. Nel 2023 sono stati registrati più picchi che in tutti i dieci anni precedenti” – ha aggiunto il presidente di Peacelink – “Questo dato evidenzia che c’è qualcosa che non va e che sono necessari interventi urgenti per tutelare la salute dei cittadini”.