Home Attualità Cibo sintetico, gli Stati all’avanguardia nel mondo. E l’Italia?

Cibo sintetico, gli Stati all’avanguardia nel mondo. E l’Italia?

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Da noi, il governo ha deciso di vietare la produzione ed il commercio di carne e altri alimenti ‘coltivati’ in laboratorio. Eppure la ricerca va avanti anche qui. 

Non solo carne, ma anche pesce, latticini e uova. Il cibo sintetico è destinato ad affermarsi in futuro e lo dimostrano gli sforzi della ricerca che vengono portati avanti in tutto il mondo. Molti Paesi sono già all’avanguardia e lo dimostra un servizio di Cartabianca, il programma di RaiTre condotto da Bianca Berlinguer.

 

I Paesi all’avanguardia

Sono tre i Paesi più avanzati al mondo sul fronte della ricerca per la produzione di cibo sintetico o coltivato: Israele, Stati Uniti e Corea del Sud. Si parla molto della carne, che viene ottenuta prelevando cellule staminali da animali vivi e lavorandole in laboratorio. Ma le potenziali applicazioni sono molteplici. In alcuni Paesi, il cibo sintetico è già disponibile in commercio, ma in Europa manca l’autorizzazione delle Autorità competenti. La ragione è semplice: mancano certezze sulle conseguenze a lungo termine sulla salute.

Il cibo sintetico in Italia

Chi ha provato il cibo sintetico non ha dubbi: gusto e consistenza sono assolutamente identici a quello originale, per alcuni sono anche migliori. Da noi, però, il governo ha introdotto un divieto categorico sulla produzione e sulla commercializzazione di cibo coltivato in laboratorio. Eppure, anche in Italia si fa ricerca in questa direzione. Nello specifico, all’interno del Dipartimento di Biologia dell’Università di Tor Vergata a Roma.

“Non chiamatela carne sintetica”

A dirigere il laboratorio è il professor Cesare Gargioli, che spiega: “Non è corretto chiamarla carne sintetica, perché deriva da un processo naturale. Noi la chiamiamo carne colturale“.
Il biologo ha spiegato al Quotidiano Nazionale che “per poterla assaggiare ci vorrà ancora tempo, dai tre ai cinque anni. Abbiamo sviluppato solo un prototipo“.
Si tirano fuori le cellule di muscolo e tessuto grasso con un piccolo prelievo innocuo per l’animale. Le cellule crescono e le riorganizziamo in muscolo e grasso con stampanti 3D. Invece di far crescere il muscolo in un organismo, lo facciamo crescere in un bioreattore” – aggiunge poi il professor Gargioli – “Non farà concorrenza alle eccellenze italiane, ma darà un’alternativa a chi oggi sceglie eticamente di non mangiare animali o di sostenere gli allevamenti intensivi inquinanti. Non so se impedire la produzione penalizzerà l’Italia, ma sicuramente verrà approvata anche a livello europeo, prodotta altrove e da noi importata. Come gli OGM“.