‘Tra la Champions e la Libertà’, la storia dell’ ex calciatore Michele Padovano

L’ex calciatore Michele Padovano, in occasione dell’uscita del suo libro, si racconta ai microfoni di Teleambiente. Dopo anni di processi, è stato assolto perché il fatto non sussiste. “Mi auguro che adesso – ha detto Padovano – possa riprendermi quello che mi è stato tolto con grande ferocia”

Era il 10 maggio 2006 quando tre macchine gli sbarrano la strada e quattro agenti in borghese lo trascinano fuori dalla sua auto per portarlo alla caserma di Venaria Reale, in provincia di Torino.

È il 31 gennaio 2023 quando arriva la telefonata liberatoria: “È finita, Micky, è finita! Sei stato assolto!”.

In mezzo, diciassette anni di processi, la prigione, gli arresti domiciliari, l’obbligo di firma,  finché la verità è stata finalmente riconosciuta: Michele Padovano è innocente.

Un lungo cammino di errori giudiziari, nel quale l’ex attaccante di Cosenza, Pisa, Genoa, Reggiana, Napoli e Juventus si trova invischiato suo malgrado e che ha deciso di raccontare in un libro, ‘Tra la Champions e la libertà’, portando a galla ricordi, emozioni, dolore ma anche le piccole e grandi gioie ritrovate durante il calvario.

Con le telecamere di Teleambiente abbiamo intervistato Michele Padovano.

‘Tra la Champions e la Libertà’, la storia dell’ ex calciatore Michele Padovano. foto Cavalieri e Padovano

L’attaccante della Juventus che nel 1996, il 22 maggio, segnò uno dei rigori decisivi che permisero alla ‘vecchia signora’ di vincere la sua seconda, ed ultima, fino ad oggi, Champions League.

Una notte magica quella dell’Olimpico di Roma, in cui la Juve battè ai calci di rigori, gli olandesi dell’Ajax.

“Io sono stato fortunatoha detto Padovano a Teleambiente perché sono arrivato alla Juventus in un periodo eccezionale in cui c’era una squadra davvero molto forte, e quindi il mio inserimento è stato sicuramente agevolato e più facile. Ci ho messo anche io del mio, ma quella era una squadra davvero forte, che i tifosi juventini ricordano ancora oggi e per me è un grande onore ed orgoglio”.

Parlando del libro, la vita di Michele Padovano non è stata soltanto rose, ma nel corso degli anni, di spine, ce ne sono state parecchie.

“Questi sono stati 17 anni di calvario per me e per la mia famigliaha raccontato Michele Padovano – e fortunatamente riusciamo oggi a raccontarlo in maniera molto più serena. Lo facciamo attraverso un libro di cui sono molto contento ed orgoglioso perché sta andando molto bene. Ringrazio, quindi, anche Andrea Mercurio che mi ha aiutato a scriverlo, riuscendo perfettamente a trasferire quelle che sono state le nostre emozioni e sensazioni in tutti questi anni”.

“Abbiamo passato davvero un infernoha aggiuntodi cui avrei fatto volentieri a meno, però dalle situazioni difficili bisogna cercare di estrapolare sempre qualcosa di positivo, ed io ci sono riuscito, perché attraverso questi anni mi sono avvicinato molto di più alle persone a me care, cioè alla mia famiglia, a mia moglie, a mio figlio. Quindi credo che da questa vicenda ho imparato a non puntare mai il dito contro nessuno e che spazio per le sciocchezze non ce n’è più”.

“Mi auguro che adessoha continuato Padovano possa riprendermi quello che mi è stato tolto con grande ferocia, magari con un lavoro nel mondo del calcio o nel mondo dello sport”.

Michele Padovano ha vissuto un calvario, è stato vittima di un errore giudiziario, ha dovuto affrontare un lungo processo, che poi per fortuna ha portato all’assoluzione.
Ci sono stati momenti molto bui, c’è stato il carcere, poi i domiciliari.

“Una vicenda terribile. Io ha proseguito a cuore aperto, Padovano vengo arrestato il 10 maggio del 2006, rimango in carcere per tre mesi, poi vado a casa ai domiciliari per altri 9 mesi e poi per 5 mesi sono dovuto andare dai Carabinieri a firmare, in attesa sempre del processo”.

“Poi gli anni successivi sono stati anche più difficili ha detto ancora, sempre a Teleambiente – perché cominciano i processi ed io ero convinto che già in primo grado si potessero accorgere dell’errore, invece così non è stato. Ho ricevuto una condanna in primo grado, poi in appello e poi finalmente, cambiando gli avvocati, che ringrazio in maniera particolare, Giacomo Francini e Michele Galasso, sono riusciti a tirarmi fuori da una situazione che era diventata molto molto complicata e siamo arrivati al 31 gennaio del 2023, all’assoluzione completa perché il fatto non sussiste. Sono stati anni terribili, ma fortunatamente oggi la possiamo raccontare”.

Questo e tanto altro lo troviamo nel libro di Michele Padovano: ‘ Tra la Champions e la Libertà”.

Padovano ripercorre così la sua vita fatta di successi e abbandoni, di amore e amici veri (dalla moglie Adriana a Gianluca Vialli) e di chi gli ha voltato le spalle, perché stare sul carro del vincitore è più facile che sostenere chi è in difficoltà.

Un’altalena di sentimenti che vanno dalla gioia per la vittoria della Champions con la Juventus nel 1996 alla frustrazione, dieci anni dopo, per essere costretto a vedere la finale dei Mondiali di calcio in tv nel carcere di Bergamo.

Un’avventura drammatica, ma piena di rivelazioni sulla vera natura dell’uomo.
Perché il carcere è anche una grande lezione di vita: tutto quello che sembra banale, quando lo perdi, diventa straordinario.

Nello speciale di Teleambiente l’intervista integrale a Michele Padovano. I video sono tratti dal canale You Tube della Juventus.