Golpe in Niger, ultimatum dei Paesi africani per il rilascio di Bazoum

“È importante che la volontà del popolo del Niger, espressa alle elezioni, sia rispettata”, Josep Borrell, Alto rappresentante europeo per la Politica estera e di sicurezza 

Tensione altissima in Niger dove lo scorso 26 luglio un colpo di stato militare del generale Abdourahamane Tiani, che si è autoproclamato nuovo leader del Paese dell’Africa occidentale, ha rovesciato il governo democraticamente eletto, del presidente Mohamed Bazoum.

Le proteste hanno raggiunto la sede dell’ambasciata Francese a Niamey. La Francia è accusata di volere intervenire militarmente in Niger. Macron, intanto, ha rifiutato di riconoscere il nuovo governo e ha dichiarato che “Non saranno tollerati attacchi contro la Francia“.

Forti i legami commerciali con il Paese africano il cui 50% dell’uranio viene venduto alla Francia per le sue centrali nucleari. Ma le condanne al golpe sono unanimi: i leader della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale, hanno lanciato un ultimatum di una settimana ai golpisti per il “pieno ritorno all’ordine costituzionale nella Repubblica del Niger“.

Si sono subito schierati per il ritorno allo status quo ante gli Stati Uniti e l’Europa. Su Twitter, oltre a schierarsi con i leader della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale, l’Alto rappresentante europeo per la Politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, ha dichiarato: “È importante che la volontà del popolo del Niger, espressa alle elezioni, sia rispettata”.