I rappresentanti dell’Aigi convocati in videoconferenza dal ministro Adolfo Urso, ma a Taranto si continua a manifestare.
Ex Ilva, il futuro è incerto e si rinnovano le proteste dei dipendenti delle aziende dell’indotto e dell’autotrasporto davanti all’impianto di Taranto. Intanto, però, il Consiglio di Stato ha imposto a Snam, che vanta diversi crediti nei confronti di Acciaierie d’Italia, di proseguire con le forniture di gas allo stabilimento.
Le proteste dell’indotto
Non si placano, anzi, diventano ancora più consistenti, le proteste di quelle aziende dell’indotto e dell’autotrasporto che hanno a che fare con l’ex Ilva. Dopo il sit-in di giovedì 18 gennaio, anche nella mattinata di venerdì 19 è andata in scena una protesta massiccia, organizzata dall’Associazione Indotto AdI e General Industries (Aigi), che raggruppa l’80% delle imprese che lavorano con l’ex Ilva.
Le imprese vantano infatti un credito da 120 milioni di euro e si teme che, con il passaggio all’amministrazione straordinaria, possa non venire corrisposto. Un presidio è partito in corteo dall’ingresso dello stabilimento e si è diretto verso la città, facendo anche brevi blocchi stradali sulla SS 106 Ionica e sull’Appia. La protesta è proseguita ad oltranza nonostante il ministro Adolfo Urso, proprio per oggi, avesse deciso di convocare in videoconferenza i rappresentanti di Aigi.
Snam dovrà proseguire le forniture
Intanto, il Consiglio di Stato nella serata di giovedì 18 gennaio è intervenuto sospendendo l’ordinanza del Tar della Lombardia, sull’interruzione delle forniture di gas ad Acciaierie d’Italia da parte di Snam. L’azienda distributrice di metano, quindi, non potrà interrompere le forniture nonostante i crediti maturati nei confronti di Acciaierie d’Italia.
Urso: “Andremo incontro ai lavoratori”
“L’incontro in teleconferenza con tutte le associazioni di imprese dell’indotto serve ad assicurare che il governo ha intenzione di venire incontro ai lavoratori e alle imprese che potrebbero avere ripercussioni dall’amministrazione straordinaria che si profila” – ha spiegato Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy – “Dobbiamo garantire la continuità produttiva e quindi occupazionale, rilanciando questo che può tornare a essere uno dei più grandi siti siderurgici green d’Europa. In modo da consentire che vi sia un altro partner privato e industriale che accetti con noi questa sfida, il prima possibile“.