Home Attualità Deposito nazionale, Legambiente: “Serve ed è urgente”

Deposito nazionale, Legambiente: “Serve ed è urgente”

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L’allarme dell’associazione: “Gli attuali depositi non sono in grado di garantire la sicurezza e la salute della cittadinanza in caso di incidenti”.

Sul controverso tema del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, interviene Legambiente che lancia un accorato appello: “Si è già perso troppo tempo, serve ed è sempre più urgente“. L’associazione ambientalista ha fatto il punto della situazione: “Dopo il ritiro della surreale autocandidatura da parte del sindaco di Trino, dobbiamo assolutamente evitare di ripetere gli errori del passato, come accaduto vent’anni fa a Scanzano Ionico, in Basilicata, dove la scelta è caduta dall’alto ed era basata su logiche politiche invece che essere frutto di una seria e attenta analisi tecnico-scientifica e di un’adeguata condivisione territoriale“.

La sezione piemontese di Legambiente, in particolare, si è soffermata sulla situazione del territorio: “Oggi la nostra Regione ospita, in siti non idonei e pericolosi, notevole parte dei materiali radioattivi nazionali“.
Per quanto riguarda i rifiuti radioattivi oggi considerati tali, in Piemonte ci sono 5.923 m³ di rifiuti radioattivi, il 19% di tutti quelli presenti in Italia, con un’attività radioattiva complessiva di 1.977.410 GBq, pari al 72,5% di quella complessiva dei rifiuti stoccati in Italia” – ha spiegato l’associazione ambientalista – “Per quanto riguarda invece il totale dei materiali radioattivi (rifiuti, sorgenti, combustibile irraggiato, strutture contaminate e attivate), su un totale in Italia di circa 39 milioni di GBq, in Piemonte ne sono presenti circa 29 milioni, di cui ben 26 milioni costituiti dagli elementi di combustibile irraggiati dalla centrale del Garigliano di Sessa Aurunca (Caserta), collocati quarant’anni fa nel deposito Avogadro di Saluggia“.

È urgente e improcrastinabile trovare una nuova sede nazionale, individuando la collocazione che presenti meno controindicazioni fra quelle contenute nella proposta di Cnai, anche se la scelta dovesse ricadere su una delle cinque località piemontesi” – aggiunge Legambiente – “Gli attuali depositi non sono in grado di garantire la sicurezza e la salute della cittadinanza in caso di incidenti“.