I governi di Berlino e de L’Aia continuano a opporsi all’ipotesi di introdurre un tetto al prezzo del gas, seppur dinamico e temporaneo, come proposto da 17 altri paesi dell’Ue. Il servizio video

La strada verso un accordo europeo per porre un freno alla crisi energetica è ancora lunga. I leader dei 27 paesi membri dell’Ue sono riuniti a Bruxelles per il Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre. Una riunione in cui – era l’auspicio – i capi di stato e di governo avrebbero dovuto votare le proposte presentate dalla Commissione europea. Ma alla fine del primo giorno le posizioni sono ancora lontane. Resta il veto all’introduzione di un price cap da parte di Germania e Paesi Bassi.

Al loro arrivo a Bruxelles il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro olandese Mark Rutte hanno ribadito il loro no all’ipotesi di imporre un tetto al prezzo del gas come proposto da 17 stati tra cui Italia, Francia, Polonia e Grecia.

Ma essere in maggioranza non basterà a far passare la misura. Serve l’unanimità e dunque è necessario uno strumento legislativo pienamente condiviso. Per questo, fanno sapere i negoziatori, si lavorerà ad oltranza per limare il testo. Parola per parola, se necessario.

I 27 discuteranno anche della proposta presentata da Ursula von der Leyen di riformare totalmente, entro il 2023, il mercato europeo del gas abbandonando quindi il Ttf di Amsterdam. Ma l’attenzione è tutta rivolta al price cap, l’unica misura – secondo il nostro governo – che riuscirebbe davvero ad abbassare il costo del gas e quindi delle bollette.