Home Attualità Congresso Cgil, scontro Conte-Calenda. Schlein: “Sul salario minimo dobbiamo essere uniti”

Congresso Cgil, scontro Conte-Calenda. Schlein: “Sul salario minimo dobbiamo essere uniti”

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A Rimini gli ospiti sono i leader di tutto il centro-sinistra. La difficoltà della sintesi e la necessità dell’unità nelle lotte. 

Nel secondo giorno del Congresso della Cgil a Rimini, in attesa di Giorgia Meloni (che sarà ospite domani, venerdì 17 marzo), gli ospiti sono i leader di tutto il centro-sinistra: Giuseppe Conte, Elly Schlein, Carlo Calenda e Nicola Fratoianni. La giornalista Lucia Annunziata ha moderato un talk in cui non sono mancati scontri verbali accesi, come quello tra Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, e Calenda, leader di Azione e, insieme a Matteo Renzi, del Terzo Polo.

Congresso Cgil, scontro Conte-Calenda 

Da segnalare la disputa verbale tra Giuseppe Conte e Carlo Calenda. Quest’ultimo aveva detto, rivolto agli altri leader ospiti del Congresso Cgil: “Io cerco di fregare i voti alla destra, voi ve li fregate tra di voi“.
Non mi preoccupa se Carlo prende qualche voto dalla destra, ma quando con il suo amico Matteo Renzi vota insieme alla destra“, l’affondo del leader M5S tra gli applausi dei presenti. La replica del fondatore e leader di Azione: “Conte governava con Salvini ma accusa me di votare con la destra. Voi potete applaudire, ma qualcuno mi dica quando ho votato con la destra. Sulla guerra? Anche il Pd ha votato, è di destra il Pd? Invece di fare i pecoroni, ragionate, noi con la destra non abbiamo mai votato!“.

Le aperture di Calenda 

E pensare che il leader di Azione, almeno a parole, si è detto disponibile al confronto e all’apertura verso i partiti più a sinistra. “Sul merito il confronto c’è sempre, senza preclusioni ideologiche, è un dovere provarci anche se ci sono differenze profonde” – aveva spiegato Carlo Calenda – “Dobbiamo trovare temi comuni su cui lavorare, a cominciare dalla sanità, ma non potrei mai governare con i leader qui presenti“.

Schlein richiama all’unità 

Per riconnettersi con il Paese, le opposizioni devono fare battaglie comuni. La manovra del governo ha deciso di colpire i poveri anziché la coperta, ma poi ci sono temi come il Sud, la scuola, la sanità pubblica e il mercato del lavoro, dove la Spagna dimostra che si può trovare una via per spezzare la precarietà” – la sintesi dell’intervento di Elly Schlein, segretaria del Pd – “Che Carlo cercasse di rubare voti a destra ce ne eravamo accorti, ma non stiamo qui a fregarci tra di noi. Dobbiamo interrogarci su dove si è spezzato il filo con il 60% che non è andato a votare. E dobbiamo essere uniti, a cominciare dal salario minimo“.

Lo scontro sulla patrimoniale 

Se la sanità pubblica è un tema su cui tutti i leader convergono, all’opposto è la patrimoniale a dividere soprattutto Carlo Calenda dagli altri. Una mossa da sempre sostenuta da Nicola Fratoianni, che però il leader di Azione considera inutile: “In Francia l’hanno fatta, hanno recuperato 400 milioni di euro e poi i patrimoni sono scappati all’estero. Leggetevi due numeri o se famo male tutti quanti“. E il leader di Sinistra Italiana aveva replicato così: “Il problema dell’opposizione non è di piantare bandiere, ma di aver rinunciato a farlo e alcune se le sono prese gli altri. Anche Biden ha fatto la patrimoniale, non mi sembra una cosa così estremista. Sui diritti civili e sociali abbiamo sostanzialmente mollato ma è finita questa stagione, dobbiamo costruire una piattaforma di opposizione e domani di governo“.

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