Il colore delle rane nere di Chernobyl sarebbe dovuto al ruolo protettivo della melanina capace di respingere i danni delle radiazioni.
Anche gli animali hanno subìto alterazioni genetiche dopo il disastro di Chernobyl del 26 aprile 1986. A confermarlo è stata una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “Evolutionary Applicants“. Un team di scienziati ha studiato la risposta di mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci alle radiazioni. I ricercatori si sono concentrati soprattutto sulle raganelle orientali, nome scientifico Hyla orientalis, di colore verde brillante. Eppure, le rane residenti nelle zone di alienazione di Chernobyl sono quasi nere.
“Tra il 2017 e il 2019, abbiamo analizzato la colorazione di più di 200 maschi di raganelle orientali catturati in dodici diversi stagni di riproduzione. Queste località erano distribuite lungo un ampio gradiente di contaminazione radioattiva, comprendendo alcune delle aree più radioattive del pianeta Terra, ma anche quattro Siti al di fuori della zona di esclusione di Chernobyl e con livelli di radiazione di fondo usati come controllo“, hanno dichiarato gli autori dello studio.
Che poi hanno aggiunto: “È noto che la colorazione scura protegga da diverse fonti di radiazioni neutralizzando i radicali liberi e riducendo i danni al DNA e, in particolare, la pigmentazione della melanina è stata proposta come meccanismo tampone contro le radiazioni ionizzanti“.
Proprio per questo, a Chernobyl, le rane, pur vivendo in un’area contaminata, sarebbero diventate nere, così da riuscire a sopravvivere in alcune aree ormai interdette all’uomo.
Frogs are darker within the Chernobyl Exclusion Zonehttps://t.co/Z2P88aEEPP
by Burraco et al @pabloburraco @GOrizaolaThis pattern can be linked to extreme radiation levels due to the nuclear accident and the protective role of melanin#colour #frog #pollution #radioactivity pic.twitter.com/Wk2rgHP2G2
— Evolutionary Applications (@EvolAppJournal) September 13, 2022