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Canarie, l’eruzione del vulcano aumenta di intensità. Nuovi evacuati e aeroporto chiuso

Canarie, l’eruzione del vulcano Cumbre Vieja aumenta di intensità. Nuovi evacuati nell’isola di La Palma e aeroporto chiuso, dopo la cancellazione di sette voli di ieri.

Canarie: l’eruzione del vulcano Cumbre Vieja non solo non si ferma, ma aumenta di intensità. Ieri, infatti, è stato accertato che nel complesso del vulcano sull’isola di La Palma si è aperta un’altra bocca e i vigili del fuoco sono stati costretti a ritirarsi per via dell’aumento dei fenomeni esplosivi. Almeno 400 case sono andate completamente distrutte, mentre dopo le oltre seimila persone già evacuate nei giorni scorsi, altre mille hanno dovuto lasciare le loro case nelle località di Tajuya, Tacande de Abajo e Tacande de Arriba.

 

 

L’aumento dell’attività vulcanica, causato dall’apertura di un nuovo punto eruttivo sul fianco del cono attivo, non ha permesso di evitare ciò che finora era stato scongiurato: la cancellazione dei voli. Dal vulcano, infatti, si è sprigionata una enorme nube di cenere nera, troppo spessa per poter consentire il traffico aereo in sicurezza. L’aeroporto di La Palma, raggiunto mediamente da sette voli al giorno (sei dalle altre isole e uno da Madrid), è stato chiuso. Come riporta Phys, le autorità aeroportuali hanno spiegato di non sapere quando il traffico aereo potrà essere ripristinato.

 

 

Il monitoraggio satellitare di Copernicus ha permesso di calcolare l’estensione del territorio interessato dell’eruzione: la lava ha distrutto, oltre alle case, anche 190,7 ettari di terreno e 15,2 chilometri di strade. Da Fuerteventura sono appena arrivati rinforzi, con uomini della Protezione civile, personale sanitario e volontari pronti a prestare soccorso alla popolazione locale.

 

Con una situazione costantemente in peggioramento, risulta impossibile al momento quantificare i danni, compresi quelli ambientali. L’aria nell’isola è così irrespirabile che le autorità hanno invitato i residenti ad utilizzare mascherine FFP2 all’aperto. Il timore è che i venti possano trasportare la nube prodotta dal vulcano in tutto il bacino del Mediterraneo, Italia compresa.

 

Intanto, il premier spagnolo Pedro Sanchez, giunto lunedì scorso a La Palma, è rimasto sull’isola per tutta questa settimana. Durante una conferenza stampa, Sanchez ha spiegato: “Una situazione così eccezionale richiede azioni altrettanto eccezionali. Stiamo già lavorando ad un piano speciale di ricostruzione dell’isola, con misure immediate volte a ridurre i danni sofferti dai residenti e in prospettiva futura, per dar loro certezze. Non ci dimenticheremo di loro“.

 

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