Home Cultura ‘Unite, Unite Europe’, il libro che racconta l’Eurovision Song Contest

‘Unite, Unite Europe’, il libro che racconta l’Eurovision Song Contest

Il libro del giornalista Emanuele Lombardini  descrive come l’Eurovision Song Contest, negli anni, ha raccontato l’Europa e i suoi cambiamenti. Un concorso, l’uso strumentale della musica da parte delle dittature, la fine di queste ultime e la transizione verso la democrazia, ma anche i sommovimenti sociali e politici, fino ai tanti conflitti sparsi per l’Europa.

 

A Terni si è svolta la presentazione del libro del giornalista Emanuele Lombardini, ‘Unite Unite Europe- Come l’Eurovision Song Contest racconta l’Europa’.

A dialogare con l’autore è stato Eddy Anselmi, giornalista, ‘sanremologo’, autore dei testi delle edizioni Rai dell’Eurovision e per oltre 10 anni capodelegazione aggiunto prima per San Marino RTV e successivamente per la Rai.

Emanuele Lombardini da anni segue l’Eurovision Song Contest e, da anni, scrive per testate dedicate a questa manifestazione.
Un libro sul collegamento tra l’Eurovision e la storia d’Europa, c’è stata un’evoluzione del concorso dal 1956 ad oggi, che in qualche modo ha tratteggiato il percorso dell’Europa e i suoi cambiamenti.

Emanuele Lombardini è intervenuto ai microfoni di Teleambiente.

“Il concorso – ha detto Lombardini – ovviamente ha attraversato la storia dell’Europa e ne ha raccontato i cambiamenti, dal punto di vista musicale, ma anche dal punto di vista politico e geopolitico perché, pur essendo un evento fondamentalmente apolitico, quando è così ancorato all’attualità diventa inevitabile”.

“Un palcoscenico da 200 milioni di persone ha aggiuntodiventa il teatro per portare in piazza, talvolta le proprie istanze, rivendicazioni e talvolta anche il proprio racconto, le inimicizie, le cattiverie, i contrasti. Oppure i momenti brutti, come nel caso dell’Ucraina e di Israele e dei conflitti che stanno vivendo e che risuoneranno, credo, anche a Malmö”.

C’è un aneddoto riferito alla canzone che porterà la cantante di Israele.

“Come sempre in questi casiha continuato Emanuele Lombardini per i paesi in guerra, l’Eurovision diventa un palcoscenico importante ed Israele è stato costretto, suo malgrado, a cambiare il testo della canzone che porta in concorso, perché i due che aveva presentato raccontavano la guerra da un punto di vista unilaterale”.

“L’ European Broadcasting Union (EBU) che è l’ente organizzatore ha spiegato Lombardini – che si tiene in una posizione neutrale, non poteva accettare. Per cui, la canzone che sentirete, intitolata Hurricane, è in realtà ‘October Rain’ che era la prima canzone, che faceva chiaramente riferimento al bombardamento di Hamas con un testo completamente riscritto che, apparentemente non ha alcun collegamento”.

“Però ha proseguito Emanuele Lombardinise la ascoltate pensando a chi la canta e a quale contesto, e leggete bene le righe del testo, evidentemente qualcosa c’è”.

“Va detto ha ricordato che in passato Israele ha avuto canzoni, secondo me, molto ‘peggiori’ dal punto di vista politico e sono rimaste in concorso.
Io ho letto il testo di ‘October Rain’, effettivamente c’erano alcune situazioni un po’ controverse, ma secondo me il brano poteva rimanere in concorso”.

‘Unite Unite Europe’, il titolo,  è tratto dall’incipit del brano di Toto Cotugno del 1990, con cui vinse l’Eurovision.

“L’ho trovato ideale ha sottolineato Lombardini sempre a Teleambiente – sia per celebrare il messaggio di unità del concorso, sia per ricordare un artista (Toto Cotugno ndr) che è stato considerato, sempre troppo poco, secondo me”.

Eurovision 2024, il ruolo che può recitare la canzone di Angelina Mango.

“Possiamo andare a far ballare ‘La cumbia della noia’ all’Europa, il pezzo piace ha scherzato Emanuele Lombardini – non so se vincerà. Secondo me ci sono i margini per fare bene. Dopo essere ripassata dalla Svezia, è tempo che la rassegna vada in un grande paese”.

“Ci sono Francia e Svizzeraha concluso- che hanno voglia di tornare ad organizzare e poi c’è il Regno Unito che gioca al ‘rischia tutto’ con l’ex cantante degli Years & Years. Un nome molto pesante che sicuramente non viene a fare tappezzeria”.