
Redazione Online
La Juventus ci ricasca. Dopo il processo per abuso fraudolento di farmaci (condanna in primo grado poi prescritta). Dopo la dura condanna per il calcio scommesse del 2006 che comportò il ritiro di due scudetti, la retrocessione in serie B e la radiazione di Moggi, all’epoca onnipotente Direttore sportivo. Questa volta la società di Corso Crimea incappa nel reato di bagarinaggio e di illeciti rapporti con frange di tifosi per altro violenti.
Agnelli, secondo l’accusa e poi come confermato dal dibattimento e dalla sentenza, ha favorito il bagarinaggio, agevolando l’ingresso dello stadio con biglietti gratis, intrattenendo rapporti opachi con personaggi del tifo violento, soprattutto partecipando a diversi incontri con tifosi, in violazione dell’articolo 12 del codice di giustizia sportiva.
Il lungo processo che vedeva alla sbarra il n.1 della Juventus è arrivato all’epilogo in mattinata. Andrea Agnelli è stato inibito per 12 mesi e con lui tutta una serie di dirigenti juventini: Francesco Calvo a 1 anno di inibizione e 20 mila euro di ammenda; Stefano Merulla, a 1 anno di inibizione e 20 mila euro di ammenda; Alessandro Nicola D’Angelo, 1 anno e 3 di inibizione e 20 mila euro di ammenda. Infine la società calcio Juventus è stata condannata al pagamento di 300 mila euro di ammenda.
Va detto che la Procura Federale per Agnelli aveva chiesto una inibizione ben superiore, di 30 mesi per Agnelli, così come anche per gli altri. Rigettata invece la richiesta della Procura di due turni a porte chiuse e uno senza i tifosi nella curva Scirea.