
Le ragioni del no esposte in audizione davanti alla Commissione urbanistica, politiche abitative e rifiuti. Valeriani difende il Piano rifiuti regionale: “Non prevede l’incenerimento perché la passata amministrazione di Roma prevedeva di aumentare la differenziata fino al 70%, invece l’ha diminuita”.
Il futuro termovalorizzatore di Roma scatena le proteste in Regione Lazio. Durante l’audizione della Commissione urbanistica, politiche abitative e rifiuti, infatti, sono state inoltrate le proteste non solo di alcuni consiglieri regionali di opposizione (come Alessandra Zeppieri del Polo Progressita e Adriano Zuccalà del M5S, che avevano chiesto e ottenuto l’audizione), ma anche di amministratori locali e residenti dei territori interessati (in particolare Albano, Ardea e Pomezia).
Proteste contro Gualtieri
I sindaci dei Comuni limitrofi all’area di Santa Palomba, dove dovrebbe sorgere l’impianto di incenerimento dei rifiuti, sono fortemente contrari al progetto e la loro posizione è stata ribadita anche da Zeppieri e Zuccalà. Che poi, insieme ad altri consiglieri regionali (come la presidente della Commissione Laura Corrotti, di FdI, ma anche Claudio Marotta di Avs e Marika Rotondi di FdI) hanno criticato Roberto Gualtieri anche per non essersi presentato, nonostante il doppio ruolo di sindaco di Roma e commissario straordinario all’emergenza rifiuti nella Capitale.
Valeriani difende il Piano rifiuti regionale
A difendere il Piano rifiuti regionale attuale, e la scelta di dare il via libera al termovalorizzatore, c’era invece Massimiliano Valeriani. L’attuale consigliere regionale del Pd, ed ex assessore regionale ai Rifiuti, ha infatti spiegato: “Il problema del Lazio non sono gli impianti, ma i rifiuti. In tutta la Regione esiste un solo impianto di smaltimento, ricordo a tutti che c’è una quota di rifiuti indifferenziati incomprimibili, almeno il 20-30%“.
Sul Piano rifiuti regionale varato quando era assessore, Valeriani ha spiegato: “Non prevedeva inceneritori perché la passata amministrazione di Roma ci diceva che avrebbe aumentato ogni anno la differenziata dell’8%, per arrivare al 70%. In quel caso, sarebbe bastato un solo impianto, quello attuale. Ma alla fine della scorsa consiliatura comunale, la percentuale di differenziata non solo non era aumentata, ma era diminuita rispetto all’inizio di un punto e mezzo. Ora bisogna discutere della situazione attuale dopo il collasso precedente“.
Valeriani: “Un imbroglio dire sempre no”
Oltre all’amministrazione capitolina guidata da Virginia Raggi, Massimiliano Valeriani non risparmia stoccate anche ad altri partiti politici. “I rifiuti si usano spesso per cavalcare la paura dei cittadini. I comitati vanno certamente ascoltati e compresi. Ma è un imbroglio dire sempre no, ora basta giocare: la Regione non può fare nulla, la gestione è tutta nelle mani del commissario nominato dal governo, cioè il sindaco Gualtieri” – il punto dell’ex assessore regionale ai Rifiuti – “O si chiede al sindaco, o al governo nazionale. Solo che poi si scopre che la Lega il termovalorizzatore lo vuole fare, Forza Italia lo vuole fare e Fdi lo vuole per una sua metà e non lo vuole per l’altra“.
Le ragioni delle proteste
Diverse le ragioni di chi protesta contro il termovalorizzatore e che sono state esposte alla Pisana. Ecco di quali si tratta:
– impatto su ambiente e salute dei cittadini;
– carenza idrica dell’area di Santa Palomba, quando il termovalorizzatore richiederebbe un grande consumo d’acqua;
– aumento del traffico in un’area già congestionata per il transito di numerosi mezzi pesanti;
– mancanza di correlazione tra il progetto e il Giubileo (il termovalorizzatore non sarà pronto prima del 2026);
– assenza di consultazione dei Comuni interessati dopo l’acquisto da parte di Ama del terreno a Santa Palomba.
Le proposte alternative
Oltre a sottolineare le principali criticità, associazioni, amministratori locali e cittadini propongono alla Regione Lazio alcune soluzioni alternative al termovalorizzatore. Ecco quali:
– sollecitare il Comune di Roma a modificare il cronoprogramma per ridurre i rifiuti e migliorare la raccolta differenziata porta a porta;
– verificare lo stato di salute della popolazione e i livelli di inquinamento nelle zone limitrofe a Santa Palomba, vista anche la presenza della vicina discarica di Roncigliano ad Albano;
– non utilizzare fondi regionali per finanziare l’impianto di incenerimento e opere connesse;
– nominare una commissione di esperti per valutare alternative più sostenibili dal punto di vista economico e ambientale;
– verificare l’impatto dell’impianto sul traffico veicolare, a cominciare dall’Ardeatina e dalle strade che collegano i vari Comuni;
– garantire con il dibattito pubblico la trasparenza del procedimento amministrativo.