La celebrazione al Quirinale, davanti alle più alte cariche dello Stato. Il discorso del presidente della Repubblica.
Giornata della Memoria, la celebrazione al Quirinale alla presenza di Sergio Mattarella e delle più alte cariche dello Stato. A condurre la cerimonia l’attore Andrea Pennacchi, che ha letto brani di Primo Levi, Vassilij Grossman e Yankel Yakow Wiernik. Il maestro Francesco Lotoro, il violinista Fabrizio Signorile e la soprano Anna Maria Stella Pansini hanno eseguito i brani ‘Kol Nidrei’, ‘Mazurek’ e ‘Traum’, prima dell’esibizione del rapper Davide Milano.
Tra i vari interventi nella cerimonia al Quirinale, da registrare quelli di Giorgio Sacerdoti (presidente della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), Noemi Di Segni (presidente Unione Comunità Ebraiche Italiane), Giuseppe Valditara (ministro dell’Istruzione), Ugo Foà (vittima delle leggi razziali e testimone della Shoah). Presenti, oltre a Sergio Mattarella, anche Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana (presidenti di Camera e Senato), Giorgia Meloni (presidente del Consiglio), Daria De Petris (vicepresidente della Corte Costituzionale) e altri esponenti delle istituzioni politiche, civili e militari e della Comunità ebraica.
Mattarella: “Tragedia nata da tossine letali”
Il presidente della Repubblica ha anche ricevuto Giovanni Paolone, sopravvissuto ai lager nazisti. “Ogni anno ricordiamo e meditiamo sui tragici avvenimenti che colpirono l’Europa nella prima metà del secolo scorso, definito da alcuni storici, non senza ragione, come il secolo degli stermini. Lo facciamo, sempre con angoscia e riprovavazione. Gli anni che sono passati non attenuano il senso di sconforto, vuoto e pena sconfinta per le vittime innocenti di uno sterminio di massa pianificato e organizzato dal nazismo hitleriano e dai suoi complici in Europa” – l’incipit del discorso di Sergio Mattarella sulla Giornata della Memoria – “Il sistema dei campi di sterminio nasce da pulsioni antistoriche e antiscientifiche, istinti brutali, pregiudizi, dottrine perniciose, gretti interessi e persino conformismi di moda. Tossine letali che circolarono dalle università ai salotti, persino tra artisti e docenti, avvelenando i popoli, offuscando le menti, rendendo aridi cuori e sentimenti“.
Mattarella: “Onorare i giusti, non dimenticare i delatori”
“Il regime fascista, con le leggi razziali, agì crudelmente contro una parte del nostro popolo. La Costituzione, all’articolo 3, volle sancire la pari dignità ed eguaglianza di tutti i cittadini, anche con l’espressione ‘senza distinzione di razza’. I Costituenti ritennero che manifestasse, in modo inequivocabile, la distanza tra la nuova Italia e quella razzista. Per ribadire mai più” – continua il discorso di Sergio Mattarella – “Ci furono tanti italiani, i giusti, che rischiando e a volte perdendo la propria vita, decisero di resistere alla barbarie nazista, nascondendo o aiutando gli ebrei a scappare. Rendiamo oggi onore a questi italiani senza dimenticare i delatori che consegnarono vite umane agli assassini, per fanatismo o in vile cambio di denaro“.
Mattarella: “Shoah un unicum di barbarie”
“La Shoah fu un unicum nella storia dell’uomo, pur segnata da sempre da barbarie, guerre, stragi ed eccidi. Nessuno Stato aveva mai deciso e annunciato di voler uccidere, il più possibile e senza sosta, un determinato gruppo di esseri umani, inclusi anziani, donne, bambini e neonati. Questo gruppo era costituito soprattutto dagli ebrei, ma includeva anche prigionieri di guerra, oppositori politici, omosessuali, rom e sinti, appartenenti ad altre minoranze etniche o religiose” – il punto del presidente della Repubblica – “Gli ebrei italiani vittime delle persecuzioni razziste sono migliaia di persone. Non possiamo dimenticare neanche le sofferenze patite dai nostri militari, internati nei campi di prigionia tedeschi, dopo il rifiuto di passare nelle file della Repubblica di Salò. Furono 650mila, il loro no è stato un atto di estremo coraggio, di riscatto morale, di Resistenza“.
Mattarella: “Consenso alla Shoah in Italia e Germania”
“La maggior parte della responsabilità, in Germania e in Italia, va attribuita ai due capi dei regimi, Hitler e Mussolini. Ma il terribile meccanismo di distruzione aveva un consenso, a volte tacito ma comunque diffuso, nella popolazione. Un consenso con gradi e motivazioni diversi, poche e isolate furono le figura illuminate che condannarono il razzismo e la sua letale deriva” – ha spiegato poi Sergio Mattarella – “I principi della nostra Costituzione repubblicana e la Carta dei Diritti Universali dell’Uomo sono la radicale negazione dell’universo che ha portato ad Auschwitz. Principi che oggi vediamo minacciati nel mondo da sanguinose guerre di aggressione, da repressioni ottuse ed esecuzioni sommarie, dal riemergere in modo preoccupante di antisemitismo, intolleranza, razzismo e negazionismo, che del razzismo è la forma più subdola e insidiosa“.
Mattarella: “Mai più violenza, razzismo e culto della personalità
Il discorso di Sergio Mattarella si sposta poi sul presente. “Osservando, dall’alto e a distanza di anni, il baratro di abominio e perversione culminato nelle camere a gas e nei forni crematori, si viene tuttora colti da un senso di smarrimento, impotenza e incredulità. I cancelli di Auschwitz si spalancano tuttore sulla cancellazione totale della dignità dell’uomo” – conclude il presidente della Repubblica – “Un impegno oggi ci unisce e ci interpella: mai più un mondo dominato da violenza, sopraffazione, razzismo, culto della personalità, aggressioni, guerra. Mai più uno Stato che calpesta libertà e diritti. Mai più una società che discrimina, divide, isola e perseguita. Mai più una cultura o un’ideologia che inneggia alla superiorità razziale, all’intolleranza, al fanatismo“.