Fukushima, ok dell’Aiea allo sversamento delle acque contaminate

Una decisione che il Giappone attendeva con ansia e che scatenerà polemiche interne ma anche diplomatiche. La stagione balneare nelle aree limitrofe potrebbe presto essere bloccata. 

Via libera allo sversamento nell’oceano delle acque contaminate dalla centrale nucleare di Fukushima. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha infatti stabilito che il piano del governo del Giappone soddisfa gli standard di sicurezza internazionali e avrà un impatto definito trascurabile sulla popolazione e sull’ambiente.

L’ok dell’Aiea

L’ok è arrivato direttamente dal capo dell’Aiea, Rafael Grossi, che è arrivato a Tokyo per incontrare il governo giapponese. Lo sversamento dell’acqua trattata dalla centrale nucleare avverrà nelle prossime settimane. L’acqua era stata utilizzata per il raffreddamento dei reattori in seguito all’incidente causato dal terremoto e dallo tsunami del 2011, poi era stata immagazzinata in enormi serbatoi all’interno dell’impianto. Grossi ha spiegato che il rapporto che ha dato il via libera definitivo si basa su quasi due anni di lavoro da parte di un team di esperti.

L’acqua contaminata

Il processo di filtrazione e diluizione, ha aggiunto Grossi, esiste già in ambito industriale ed è praticato in centrali elettriche in Francia e in Cina. Di fronte alle preoccupazioni dei residenti e anche degli Stati limitrofi, il capo dell’Aiea ha promesso l’apertura di un ufficio permanente dell’Agenzia nei pressi della centrale nucleare, garantendo un monitoraggio costante del processo di rilascio. Va ricordato che l’acqua sarà scaricata dopo un processo di decontaminazione che consente di eliminare tutti gli elementi radioattivi, tranne il trizio, un isotopo dell’idrogeno impossibile da filtrare.

I timori ambientali

Già da quando Tokyo aveva diffuso pubblicamente il piano di sversamento delle acque contaminate di Fukushima, c’era stata grande preoccupazione da parte dei residenti, ma anche di alcune categorie economiche in particolare, come i pescatori e gli operatori del turismo. E proprio in vista dell’imminente sversamento delle acque, la stagione balneare nell’area potrebbe non partire.

Le proteste

Se per l’Aiea l’impatto ambientale dello sversamento nell’oceano sarà trascurabile, di certo non lo sarà quello economico. I pescatori temono grosse perdite, nonostante il pescato e altri prodotti alimentari siano sicuri grazie a rigidi protocolli di analisi previsti per la regione. E non va meglio nei Paesi più vicini. La Cina da tempo protesta con veemenza contro il piano giapponese, mentre in Corea del Sud c’è stata un’impennata del prezzo del sale proprio per i timori di contaminazione.