Home Attualità A che punto siamo con la sperimentazione sulle coltivazioni extra-terrestri?

A che punto siamo con la sperimentazione sulle coltivazioni extra-terrestri?

coltivare piante nello spazio

Da diverso tempo gli scienziati di tutto il mondo stanno studiando come creare degli orti extra planetari per permettere lunghi viaggi spaziali (e arrivare fino a Marte). Ma a che punto siamo della ricerca? 

Andare sulla Luna è stato per l’essere umano uno dei punti più alti della sua storia. Ma andare su Marte rappresenterà la vera conquista. Perché mettere piede su un pianeta diverso dal nostro per la prima volta nella storia umana si sta rivelando una sfida più complessa del previsto.

Il motivo? Non riusciamo a capire come produrre cibo fresco al di fuori dell’ambiente terrestre. Da tempo gli scienziati di diverse università in tutto il mondo stanno provando a capire come aggirare i tanti ostacoli che il mantenimento della vita umana su altri Pianeti ci pone.

Secondo la Nasa, la mancanza di cibo fresco sarebbe la maggiore potenziale causa di “squilibri psicologici o fisici” per gli astronauti che si recheranno su Marte (quando sarà possibile). Più dell’isolamento sociale che un viaggio lungo mesi e una missione lunga anni causerebbe.

Per questo motivo la Nasa e l’Agenzia Spaziale Canadese hanno deciso di lanciare una competizione internazionale – la “Deep space food challenge” – con lo scopo di spingere i ricercatori a ideare innovazioni sostenibili per l’esplorazione spaziale utilizzabili pure sulla Terra.

Orti extra planetari e moltiplicatori di cellule

La prima fase della competizione lanciata dalle agenzie spaziali di Stati Uniti e Canada sono state vinte da due start-up americane.

Sia la prima (con sede ad Austin, in Texas) che la seconda (con sede a Golden in Colorado) hanno proposto sistemi biorigenerativi per la crescita di frutti, vegetali, erbe ma anche pesci nello spazio.

Ma alla crescita di piante e animali extraterrestri ci stanno lavorando in tanti altri istituti del mondo. A Rehovot, in Israele, la start-up Aleph Farms, facendo ricorso a cellule di manzo moltiplicate con la tecnologia dei tessuti 3D, già produce sperimentalmente bistecche. Potrebbero essere le bistecche che mangeranno i primi astronauti che andranno su Marte.

Per arrivare a questo obiettivo, l’azienda sta conducendo dei test sulla stazione spaziale internazionale esaminando gli effetti della microgravità sulla proliferazione e differenziazione cellulare.

 

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Le prime piante lunari

Ma il punto più alto raggiunto dalla ricerca in questo settore è probabilmente quello del team di ricercatori dell’Università della Florida che è riuscito a far germogliare piante in ambienti diversi da quello terrestre.

 

L’equipe di scienziati, infatti, è riuscita a far germogliare alcuni semi di Arabidopsis thaliana su un terreno prodotto utilizzando campioni di suolo lunare prelevato durante le missioni spaziali Apollo 11, Apollo 12 e Apollo 17.

Si tratta del primo esperimento che mostra la possibilità di far nascere piccole piantine sulla Luna a determinate condizioni. Un passo in avanti verso la possibilità di costruire una stazione spaziale permanente sul nostro satellite.

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