Per la prima volta nella sua storia quasi centenaria, la Ryder Cup si è disputata in Italia, nell’impianto del Marco Simone di Guidonia, trasformato al suo esterno in un suggestivo Colosseo azzurro.
È andata oltre ogni rosea previsione la vittoria della 44° Ryder Cup, che ha sancito non solo il trionfo del team Europa su quello Usa, ma anche la celebrazione di Roma come capitale inedita del più grande evento al mondo di golf.
Per la prima volta nella sua storia quasi centenaria, la Ryder Cup si è disputata in Italia, nell’impianto del Marco Simone di Guidonia, trasformato al suo esterno in un suggestivo Colosseo azzurro. Un impianto lontano dal centro città ma da cui si poteva scorgere all’orizzonte la sagoma del Cupolone di San Pietro. Un matrimonio originale tra il fascino dell’Urbe e uno degli sport meno seguiti in Italia ma tra i più praticati al mondo.
La settimana romana della Ryder Cup è riuscita in tutto: 50mila tifosi al giorno hanno puntato la sveglia di notte per prendere un taxi, con tariffa fissa a 75 euro, e trovarsi davanti ai cancelli all’alba, tra questi anche un entusiasta Novak Djokovic, un milione invece il numero degli spettatori che hanno seguito l’evento in tv, le temperature romane hanno sfiorato i 30 gradi senza però mai superarli, molti ristoranti hanno tenuto aperte le loro cucine fino alle due di notte proprio per accogliere i tifosi reduci dal Marco Simone, i servizi di trasporti approntati da Roma Capitale hanno dato segni di affanno in qualche momento, senza però collassare mai del tutto, il fascino dell’Urbe poi ha fatto il resto. Un trionfo per la città che d’ora in poi potrà presentarsi a milioni di tifosi anche sotto la nuova luce di meta golfistica.