“Una situazione che ha sconvolto la vita delle api che le api sono sentinelle dell’equilibrio naturale globale e della biodiversità con l’alimentazione che – sottolinea la Coldiretti – dipende per oltre un terzo da coltivazioni impollinate attraverso il lavoro di insetti, al quale proprio le api concorrono per l’80 per cento a conferma del ruolo insostituibile svolto da questo insetto tanto si dice che Albert Einstein sosteneva che: ‘se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.
L’annata 2019 sarà ricordata, per l’intera apicoltura nazionale, come la più critica e problematica di sempre .
E la colpa è tutta del clima: al caldo e siccità nei primi mesi primaverili sono seguite copiose precipitazioni, unite ad un significativo calo termico per buona parte del mese di maggio che hanno compromesso le fioriture mentre nell’estate bollente si sono verificate violente ondate di maltempo.
“Le api – spiega Coldiretti – non hanno avuto la possibilità di raccogliere il nettare e il poco miele che sono riuscite a produrre lo hanno mangiato per sopravvivere con il risultato è che quest’anno la produzione nazionale risulterà ben al di sotto delle oltre 23,3 milioni di chili del 2018 mentre le importazioni sono risultate pari a 9,7 milioni di chili nel primi cinque mesi del 2019 secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat dalle quali si evidenzia che circa la metà arriva dall’Ungheria e quasi il 10 per cento dalla Cina”.
“Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, – è il consiglio della Confederazione degli agricoltori – occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica”.
Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina), è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria:
In Italia esistono più di 50 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia al millefiori (che è tra i più diffusi), da quello di arancia a quello di castagno (più scuro e amarognolo), dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino.
“Nelle campagne italiane – conclude la Coldiretti – ci sono 1,4 milioni gli alveari curati da 51.500 apicoltori di cui 33.800 circa produce per autoconsumo (65 per cento) e il resto con partita Iva che producono per il mercato (35 per cento)”.
Oggi si celebra la giornata mondiale della libertà di stampa, ma se parliamo di crisi…
Dal 4 maggio al 3 ottobre circa trenta appuntamenti tra Passignano, Castiglione del Lago, Panicale,…
Porte aperte e prove gratuite nei 17 club della regione Umbria. Andando sul sito www.federugby.it,…
Secondo il Ministero della Salute, il puppy yoga, cioè lo sfruttamento dei cuccioli di cane…
Sabato 4 maggio l’anteprima della festa del Rinascimento con 'Vini a Palazzo'. Degustazione di vini…
All’Unitalsi della Diocesi di Terni-Narni-Amelia è stato donano un pulmino attrezzato da 7 posti, che…