radiazioni elettromagnetiche aumento limite

L’indiscrezione: il Governo sarebbe pronto a valutare l’ipotesi, anche se non si tratta di un punto programmatico di Fratelli d’Italia.

Sin dai giorni successivi alle elezioni politiche, con la netta affermazione del centrodestra, si sono diffuse le indiscrezioni su un possibile aumento del limite alle radiazioni elettromagnetiche. Già in fase di totoministri, si era fatto il nome di Franco Bernabè come possibile successore di Roberto Cingolani al MiTe. L’ex ad di Telecom, in tempi non sospetti (nel 2011), aveva illustrato la necessità di aumentare il tetto all’elettromagnetismo in Italia. La voce era poi caduta nel vuoto con la nomina di Gilberto Pichetto Fratin come ministro.

Ora, però, si torna a parlare di 5G e della possibilità di aumentare il limite delle radiazioni elettromagnetiche in Italia. L’esperto Federico Bolis, in un’intervista a Newslinet.com, ha commentato la proposta, in realtà lanciata da Azione e Italia Viva in campagna elettorale: innalzare i limiti di emissioni elettromagnetiche adeguandole alle normative europee. “Qui non si tratta di pareri ma di evidenze scientifiche. La maggior parte dei Paesi europei ha definito un limite a 61 V/m, mentre l’Italia varia tra 6 e 20” – le parole di Federico Bolis – “Il valore europeo ha già un intervallo di guardia, a livello prudenziale. Comunque vedremo se il Governo vorrà procedere in questo senso, anche se l’innalzamento del limite alle radiazioni elettromagnetiche non era una proposta di Fratelli d’Italia“.

Sull’elettromagnetismo, quindi, al momento si resta nel campo delle ipotesi. Più concreta appare la prospettiva di una rete unica con il progetto Minerva, proposto da Fratelli d’Italia: Cassa Depositi e Prestiti potrebbe diventare azionista di maggioranza di Tim, che insieme a Open Fiber possiede le due reti più importanti ed estese in Italia. L’obiettivo sembra essere quello di accorparle in un’unica rete.