Home Attualità Svegliati Amore mio, una storia di coraggio e di lotta all’inquinamento

Svegliati Amore mio, una storia di coraggio e di lotta all’inquinamento

È la storia di Nanà Santoro, moglie di Sergio, operaio dell’acciaieria Ghisal e mamma di Sara, 12 anni, una bambina che si ammala di leucemia. Ma è anche una storia di coraggio, di drammi personali, di impegno civile e di lotta contro gli effetti dell’inquinamento e di sensibilità nei confronti dei temi ambientali.

Si intitola ‘Svegliati amore mio’ ed è la nuova fiction diretta da Simona Izzo e Ricky Tognazzi, ispirata ad un fatto di cronaca, che andrà in onda dal 24 marzo in prima serata su Canale 5.

Prodotta da Fabula Pictures, la fiction è interpretata da Sabrina Ferilli (Nanà), Ettore Bassi (il marito Sergio) e Caterina Sbaraglia (Sara).

“L’idea è nata dall’incontro in treno con una donna che aveva lasciato la figlia leucemica al Bambino Gesù e stava tornando dagli altri figli, in Calabria – spiega Simona Izzo, co-autrice del soggetto – ho capito che era una storia necessaria, anche perché in Italia non sono mai stati girati film dedicati ai danni del disastro ambientale. E Sabrina si è rivelata un’interprete perfetta, confermando la sua sensibilità e la sua attenzione per il sociale, dopo essere diventata un simbolo della battaglia contro gli affidi illeciti grazie alla fiction L’amore strappato. Anche Svegliati amore mio è una storia così forte che sarebbe stata degna di Rai1, della Rai. Ringrazio Mediaset per averla affrontata, con coraggio: è un messaggio forte indirizzato anche a chi governa questo Paese”.

L’autrice e regista, ha poi raccontato che la storia è ambientata nel 2002 quando ancora non c’era piena certezza della pericolosità dell’inquinamento legato alla siderurgia.

Si pensa subito all’Ilva, certo – prosegue Simona Izzo – ma sono 42 i luoghi in Italia che ospitano industrie di questo tipo”.

La storia di ‘Svegliati amore mio’ non è infatti ambientata in un luogo preciso, ci troviamo semplicemente al sud.

Un giorno Nanà e Sergio scoprono che Sara si è ammalata di leucemia e dopo un momento di crisi personale, Nanà inizia la sua lotta contro l’industria dalla quale pensa possa provenire il veleno che sta distruggendo il corpo di sua figlia.

“Anche in questi giorni – aggiunge Izzo – tanti sono costretti a scegliere tra la tutela della salute e quella del lavoro. Ma non c’è un vaccino per difendersi dalle polveri sottili o dall’inquinamento del mondo: Greta Thunberg lo ha capito, la sua voce ha trovato eco in quella di migliaia di altri giovani. Toccherà a loro bonificare il mondo, noi glielo consegniamo avvelenato. La nostra è una storia con la ‘s’ minuscola che si riallaccia a quella con la ‘S’ maiuscola. Non credo che un film possa cambiare le cose, ma mettere l’accento su un problema sì. Il finale è positivo, perché le storie devono lasciare la speranza che il mondo possa cambiare”.

Accanto a Sabrina (Nanà) ci sono altre madri d’acciaio: (Francesca Antonelli, Lusiana Zanella, Daniela Terreri, Adele Tirante, Elisabetta Perotto, Maria Vittoria Casarotti), la dottoressa Placido (Veruska Rossi), Stefano (Francesco Venditti), il giornalista che ritrovera’ grazie a Nana’ la passione per il proprio lavoro. Nel cast anche Iaia Forte, Massimo Popolizio (l’insensibile direttore della Ghisal), Francesco Arca (Mimmo, l’amico di famiglia che avra’ un ruolo decisivo nell’aiutare la famiglia Santoro). E ancora Emanuele Salce, Bruno Torrisi, Giuseppe Spata, Alice Venditti, il giovanissimo Antonio Avella, Catena Fiorello, Enzo Casertano e Andrea Napoleoni.

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