Home Clima Grandine, il climatologo Laviola: “Italia più esposta nel Mediterraneo”

Grandine, il climatologo Laviola: “Italia più esposta nel Mediterraneo”

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Negli ultimi anni, il fenomeno è cresciuto per intensità, frequenza e capacità di produrre danni. Ma occhio anche ad altri fattori di cambiamento: dall’ora della giornata al periodo dell’anno.

Le eccezionali grandinate degli ultimi giorni, con chicchi anche di dimensioni maggiori rispetto ad una pallina da tennis, hanno sconvolto gran parte dell’Italia. Dal Veneto alla Lombardia, passando per Emilia-Romagna e Toscana, la grandine ha causato danni ingentissimi alle abitazioni, alle coltivazioni e anche alle auto. Ciò che davvero impressiona, è la frequenza e l’intensità con cui, in piena estate, avvengono questi fenomeni estremi.

Gli eventi meteo estremi sembrano tutti concentrati sull’Italia, considerando anche come, dopo un lungo periodo di siccità, abbiamo avuto alluvioni violentissime e, in piena estate, anche tempeste, trombe d’aria e grandinate. C’è però una spiegazione scientifica, e a fornirla è Sante Laviola, climatologo ericercatore dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac-Cnr) di Bologna.

Laviola ha realizzato uno studio sui fenomeni meteorologici che hanno colpito negli ultimi anni l’Italia. Rilevando alcuni dettagli preoccupanti. E lo spiega al Corriere della Sera: “Il mio gruppo di ricerca ha verificato un aumento di tutti i fenomeni meteo, normali ed estremi. In Italia, ad esempio, aumentano le grandinate eccezionali (chicchi di diametro superiore ai 5-6 centimetri) ed estreme (diametro maggiore di 10 centimetri)“.

Sante Laviola parla poi delle caratteristiche dell’Italia e delle grandinate che la colpiscono sempre con maggior frequenza. “Il nostro Paese si estende tra Nord e Sud ed è montuoso, questo rende l’Italia il fulcro per la grandine in un hot spot grandinifero che è il Mediterraneo” – rileva il climatologo e ricercatore – “In genere, le aree costiere sono le più esposte e la Regione più soggetta a grandinate è il Friuli-Venezia Giulia“.

Negli ultimi anni, tra l’altro, cambiano anche altri aspetti delle grandinate. “Una volta si sviluppavano soprattutto tra le ore 12 e le 16. Ora si sono spostate più in là, verso il tramonto e le prime ore serali. La stagione andava da aprile a settembre, ora al Sud si è estesa fino a novembre e i fenomeni sono più estremi” – spiega Sante Laviola – “Un chicco di 8-10 centimetri di diametro e un peso che può arrivare a 200 grammi colpisce il suolo a una velocità di 150 km/h o superiore. Gli ultimi 70 anni mostrano un marcato trend di crescita, in futuro le grandinate saranno sempre più frequenti e in crescita“.